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Cronaca

Randagi a Serramezzana: l'Enpa scrive al parroco e a Papa Francesco

Si è tenuta questa mattina, presso Dada Design, la conferenza stampa dell'Enpa Salerno, insieme con il sindaco di Serramezzana, Anna Acquaviva

Si è tenuta questa mattina, presso Dada Design, la conferenza stampa dell'Enpa Salerno, insieme con il sindaco di Serramezzana, Anna Acquaviva. Oggetto della discussione, la querelle tra il sindaco ed il parroco Massimo Volpe in merito alla presenza cani randagi in paese. Il presidente dell'Enpa, Manuela Zambrano, dunque, ha innanzitutto inviato una lettera all'amministrazione comunale per aver accesso agli atti sul randagismo, ai fini della stesura di una mappatura che interessi l'intero territorio provinciale di Salerno. "Ad oggi, solo un terzo dei comuni ha risposto, ma il tentativo è quello di limitare i dispendiosi mantenimenti dei randagi in canile,e  favorire una politica di sterilizzazione e reimmissione sul territorio dei cani - ha spiegato la presidente-  Questo rappresenta anche un vantaggio delle finanze dei Comuni che dovranno ad ogni modo tenere sotto occhio la condotta dei proprietari". A rappresentare un virtuoso esempio in tal senso, dunque, proprio il sindaco di Serramezzana.

Tornando alla querelle tra Primo cittadino e parroco sui randagi del Comune: il secondo è autore di esposti al Comune, al Servizio Veterinario localedell’ Asl Salerno ed alla stazione di competenza dei Carabinieri in merito alla presenza di cani randagi, "che oltre ad imbrattare con gli escrementi le strade pubbliche, creano pericolo per l’incolumità dei cittadini". La Zambrano ha inviato al sacerdote ed anche a Papa Francesco una lettera sul tema: "Non intendo, approfondire gli aspetti tecnici, legali, e veterinari sollevati dai suoi esposti - scrive a don Volpe la presidente- Ci sarà il luogo per farlo, e l’ Enpa sarà lieta di essere coinvolta in questi approfondimenti per fornire un contributo ad evidenziare come gli stessi siano privi del benchè minimo fondamento. E’ mia intenzione, piuttosto, segnalare a Lei (ed al Vescovo ed al Papa che ci leggono) quanto la Sub posizione sia lontana dalla migliore tradizione cattolica cristiana, ed allo spirito di carità che pure vedo evocato nei suoi scritti. In una lettera ai fedeli scritta all’ esordio della quaresima del 2013, disponibile on line, Lei diceva Caritas Christi urget nos. E’ proprio così, gentile parroco: c’è un urgente bisogno che la carità di Gesù Cristo scenda su di noi, si impadronisca di noi, ci guidi all’ amore ed alla tolleranza verso il nostro prossimo, Don Volpe. Qualunque prossimo: che cammini a due zampe o a quattro".

"Io devo rammentare a Lei ed ai suoi Superiori, perché si uniscano al mio richiamo, che da tempo il Magistero della Chiesa Cattolica è acceduto ad una benevola, affettuosa, amorevole attenzione anche nei confronti di quella parte del creato rappresentata dagli animali. Non è più il tempo dell’ acre odore dei barili di gatti vivi, arsi in piazza nel giorno dei Santi. Non è più il tempo delle feste paesane devote a Madonne o Santi, dove animali venivano martirizzati con le crudeltà più Non è più il tempo degli insegnamenti di Tommaso d’Aquino e della sua visione antropocentrica, sprezzante verso le La Chiesa Cattolica ha scelto un’ altra strada, a lungo negletta ma finalmente – con umiltà e passo lento ma sicuro – trionfante: la strada battuta da San Francesco, dal Poverello d’ Assisi, il cui insegnamento è oggi posto in prepotente ed inequivoca evidenza da un Papa che ha scelto di portarne lo “scandaloso” ed inequivocabilmente impegnativo nome", scrive ancora la Zambrano. A nome dell'Enpa, dunque, il presidente punta il dito contro l'accusa di “cane pericoloso” rivolta a diversi randagi dal parroco, ricordando la storia del lupo di Gubbio. "Forse basterebbe, gentile Parroco, un po’ di Caritas Christi, un po’ dell’ amore meraviglioso che San Francesco ci offre in esempio, ed ogni pericolosità presunta scomparirebbe. Non crede? - continua la Zambrano -Accolga i cani nel Suo gregge, gentile parroco. Si accorgerà che si tratta delle meno smarrite fra le sue pecorelle. Di più. Si accorgerà che se mai dovesse capitare di perdere la strada anche a chi è toccato il compito di guidare il gregge, saranno il loro fiuto antico ed il loro passo sicuro a farla ritrovare".

 

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