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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

XXII Rapporto Ecosistema Urbano: Salerno perde 17 posizioni

La classifica sorride al nostro capoluogo guardando la qualità dell'aria per quanto riguarda i Pm10, l'incidentalità stradale, le energie rinnovabili, la potenza energetica installata sugli edifici pubblici e la raccolta differenziata

Legambiente, insieme al Sole 24 Ore e l'Istituto ricerche Ambiente Italia ha presentato la XXII edizione del rapporto Ecosistema Urbano. Male, complessivamente, la classifica per le città campane: solo Avellino si piazza tra le prime 50 città guadagnandosi il 29° posto. Più giù in classifica si trovano Benevento e Salerno che si piazzano al 54° ed al 67° posto. Male per Napoli e Caserta che si classificano, rispettivamente, al 90° ed al 91° posto. Anche quest'anno gli indicatori selezionati per confrontare i capoluoghi di provincia italiani sono 18: tre indici sulla qualità dell’aria, tre sulla gestione delle acque, due sui rifiuti, due sul trasporto pubblico, cinque sulla mobilità, uno sull’incidentalità stradale e due sull’energia. In questa edizione sono due su diciotto gli indicatori selezionati per la classifica finale, incidenti stradali e consumi energetici domestici, che utilizzano dati pubblicati da Istat.

Per quanto riguarda Salerno, che perde nella classifica generale ben 17 posizioni, la classifica sorride guardando la qualità dell'aria per quanto riguarda i Pm10, dove si piazza al primo posto pari merito con altre 11 città, l'incidentalità stradale, al primo posto in solitaria, le energie rinnovabili, sempre al primo posto, con notevole distacco dalla seconda, la potenza energetica installata sugli edifici pubblici, la raccolta differenziata, dove si piazza al decimo posto ed i consumi elettrici domestici dove si posiziona al 13esimo posto. “Nel complesso - commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - il Rapporto evidenzia con chiarezza che siamo in presenza di  città ingessate, statiche e pigre. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile ed essere culle di una rigenerazione urbana capace di migliorare la qualità dei singoli e della comunità. I passi avanti fatti fino ad ora sono, infatti, troppo pochi. Si procede per interventi talvolta anche puntuali, ma raramente qualcuno prova a unire tra loro i puntini proponendo un filo conduttore che offra l’immagine di quello che sarà la città domani.Eppure l’agenda delle cose da fare è già scritta da tempo: la smartness, la mobilità nuova, il recupero urbanistico e la riconversione ecologica degli edifici, il corretto ciclo dei rifiuti, l’oculata gestione delle acque e la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, l’agricoltura urbana e periurbana, lo sviluppo della città digitale, la cura della persona, della scuola, dell’educazione. C’è la necessità del passaggio dalla saggistica, dall’analisi e dalla conoscenza dei fenomeni, alla realizzazione concreta delle soluzioni.”

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