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Cronaca

Ecomafia di Legambiente: calo dei reati in Campania, Salerno 3° in Italia

La Provincia di Avellino conquista la maglia nera nazionale con il più alto numero di reati, 257, subito dopo ci sono Napoli (238) e Salerno (220)

La Campania non è più leader nazionale, scavalcata da Puglia e Sicilia. In controtendenza rispetto agli altri anni si registra il calo dei reati della nostra Regione, misurabile nell’ordine del 21% circa, in particolare nella provincia di Napoli, dove la riduzione è stata del 36%.  Lo svela l'edizione 2015 del rapporto Ecomafia  di Legambiente, realizzato col contributo di Cobat, ed edito dalla giovane casa editrice campana Marotta e Cafiero. Una  istantanea di una regione da troppo tempo in balia dell’ecomafia e in generale della criminalità ambientale, che non è spiegata solo dalla Terra dei fuochi e dai suoi drammi, ma anche dai mille risvolti ecocriminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d’elezione .Di particolare rilievo, al riguardo, è lo sforzo investigativo compiuto in provincia di Napoli, che diventa la seconda in Italia come numero di illeciti (1647),  seguita da Salerno (1090). “L’ecomafia- denuncia Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania-  è sempre lo stesso mostro che continua a mordere il paese e a ucciderne la bellezza. Troppo pericolosamente, come raccontiamo da più di 20 anni. L'edizione del 2015 si apre con una buona notizia, una data da ricordare , l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. Necessario un cambio di passo, senza una lotta efficace contro le varie forme di criminalità ambientale non ci potrà mai essere nessuna svolta green in Campania, né il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità.”

In Campania l’intreccio tra camorra e politica è un impasto di cemento. Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo. La Campania si conferma a livello nazionale la regione più sfregiata dal mattone selvaggio con 835 infrazioni, il 14,5% sul totale, con 1.020 persone denunciate, tre arresti e 260 sequestri. E con un altro triste primato: anche a livello provinciale la fa da padrone. La Provincia di Avellino conquista la maglia nera nazionale con il più alto numero di reati, 257, subito dopo ci sono Napoli (238) e Salerno (220). Sul fronte dei rifiuti dopo la Puglia, leader nazionale, troviamo la Campania con 896 reati, 1.070 denunce, 28 arresti (è comunque la regione con il maggior numero di arresti) e 402 sequestri. La provincia di Napoli è seconda a livello nazionale dopo Bari con 462 reati (con un calo intorno al 14%), 604 denunce, 22 arresti e 206 sequestri. A livello regionale segue la Provincia di Salerno con 166 infrazioni, 185 persone denunciate e 71 sequestri, segue Caserta con 115 infrazioni, 125 persone denunciate e due persone arrestate con 77 sequestri. Alto il numero di inchieste di traffico organizzato di rifiuti (art. 260 Dlgs 152/2006), ben 89  a partire dal 2002 con 424 ordinanze di custodia cautelare emesse  e ben 160 aziende coinvolte con otto procure su scala regionale impegnate nelle indagini. Infine, in Campania sono 27 le inchieste sulla corruzione in materia ambientale concluse con l’arresto di 303  persone e la denuncia di 98 persone.

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