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Cronaca

Residenze d'artista: Isaac Cordal firma i "Cement Eclipses"

Il progetto di innovazione sociale ideato da Fondazione Menna e Fondazione Gatto consente a professionisti e studiosi non salernitani di trascorrere 7-5 giorni nel centro storico di Salerno, rapportandosi con l'ambiente cittadino. La visita si conclude con un lascito

Isaac Cordal, artista urbano di origine galiziana, è il primo ospite internazionale di "Residenze d'Artista", il progetto di innovazione sociale ideato da Fondazione Menna e Fondazione Gatto per consentire a professionisti e studiosi non salernitani di trascorrere 7-5 giorni nel centro storico di Salerno, rapportandosi con l'ambiente cittadino. E' un interscambio culturale: gli artisti - Cordal il primo di una lunga serie - soggiornano a Salerno e donano in cambio un'opera alla città, insomma un lascito.

La scheda

L'artista spagnolo realizzerà l'installazione “Cement Eclipses”. Lo scultore utilizza prevalentemente piccole statue in miniatura, strategicamente posizionate nell'ambiente urbano per realizzare sculture site-specific di grande impatto.
 

Il progetto

Claudio Tringali, presidente della Fondazione Filiberto e Bianca Menna, ha illustrato alla stampa i primi risultati: “Riprende l'attività della fondazione Menna che ha completato il lavori al proprio interno e si appresta a proporre ai salernitani un programma di attività a largo raggio, a cominciare dall'autunno. Residenze d'artista, invece, è un esperimento: visione dell'arte non in in modo utilitaristico e personale ma socale, per denunciare ciò che non va. Cordal fa in modo che l'arte adempia a due funzioni: svela ciò che è coperto ma è anche un lascito, perché l'artista lascia una firma alla città, una traccia. Questa idea è condivisa anche da Filippo Trotta, il presidente della Fondazione Gatto, che ci ha permesso, insieme al Comune di Salerno, di realizzare questa iniziativa".

Le istituzioni

"Eccellente unione d'intenti - commenta il sindaco di Salerno, Enzo Napoli - L'idea è intelligente: ospitiamo un artista che lascia un'opera d'arte alla città. C'è un'attenzione particolare all'inciampo che si ha nelle cose che talvolta ci passano sotto gli occhi, senza che noi ce ne accorgiamo. A Berlino ho sperimentato una cosa analoga: sono state immaginate pietre d'inciampo, cioè blocchetti di ottone che recano scritti i nomi e cognomi delle persone deportate in quel palazzo. Questa iniziativa potrà arricchire Salerno di opere della contemporaneità, sostanzialmente a costo zero".

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