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Cronaca

Rifiuti sotto Piazza della Libertà, la sentenza: "Il reato c'era"

Nelle motivazioni del giudice Zunica si spiega che utilizzare per il riempimento della piazza i resti della demolizione del pastificio Amato fu una condotta illecita

Il reato c’era anche se, ora, è intervenuta la prescrizione. E’ quanto emerge dalle motivazioni della sentenza con la quale, lo scorso luglio, il giudice Fabio Zunica ha chiuso il processo di primo grado sullo smaltimento di rifiuti legato al cantiere di Piazza della Libertà.

Se - riporta La Città - il dispositivo di luglio si limitava a prendere atto del decorso della prescrizione, nelle motivazioni si spiega che utilizzare per il riempimento della piazza i resti della demolizione del pastificio Amato fu una condotta illecita. «Il fatto storico è stato ricostruito in modo pacifico dalle prove orali e documentali” ribadisce il giudice, il quale spiega  che l’unico elemento controverso – quello che quel materiale potesse essere configurato come sottoprodotto (perciò utilizzabile) e non come rifiuto – è smentito dalla giurisprudenza della Cassazione.

Insomma, tutti responsabili, dagli imprenditori della Esa che commissionarono il trasporto degli inerti, ai titolari della ditta Celentano che lo eseguirono, fino ai direttori dei lavori.

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