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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Riforma dei porti, secco no di Confidustria Salerno: "A rischio l'intero sistema"

Il leader degli industriali Mauro Maccauro e il presidente di Assotutela Agostino Gallozzi bocciano il provvedimento del Governo che prevede l'accorpamento tra le autorità portali di Salerno e Napoli

SI è svolto questa mattina, nella sede di Confindustria Salerno, l' incontro tra la comunità portuale salernitana e i rappresentanti istituzionali della provincia. Durante l’iniziativa è stato illustrato il documento inviato al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi in relazione alla recente proposta di Riforma della portualità, che prevede l'accorpamento tra l'Autorità Portuale di Napoli e quella di Salerno .“Il sistema confindustriale – ha dichiarato il presidente degli industriali Mauro Maccauro - segue con attenzione l’ipotesi di riforma dei Porti ed ha già espresso le proprie perplessità rispetto ad un nuovo assetto che - anche al Nord - prevede criteri di accorpamento che non rispondono ad una ratio di funzionalità".

"Allo stesso modo - ha aggiunto il numero uno di Confindustria Salerno -  la naturale propensione delle imprese salernitane all’export, l’allargamento dei mercati e le politiche di sostenibilità rivolte a un riequilibrio modale sono fattori ineludibili che necessitano di un ottimo funzionamento dello scalo salernitano. Auspichiamo, dunque  una Riforma che si basi su un sistema di premialità che valorizzi le performances di funzionamento degli scali, le best practices già esistenti e tenga conto delle singole peculiarità dei territori. Ed esprimiamo tutta la nostra preoccupazione rispetto all’eventuale ridimensionamento del peso della componente privata a vantaggio dei soggetti pubblici nella gestione della governance portuale. Per tali ragioni riteniamo importante mettere in campo un’azione sinergica tra gli operatori economici e le Istituzioni al fine di scongiurare iniziative che mettano ulteriormente a rischio la nostra economia, già pesantemente colpita dalla crisi" ha ribadito Maccauro.

Sulla stessa linea il presidente di Assotutela Agostino Gallozzi: “I numeri parlano chiaro per il porto di Salerno, che si conferma il più consistente sistema-impresa della provincia, anche per numero di occupati, e si caratterizza per due importanti indici di eccellenza: il primo riguarda le quantità di merci movimentate per metro quadro, per il quale è tra primi in Italia e tra i primi in Europa; il secondo è relativo all’efficienza nella realizzazione delle opere pubbliche: 200 milioni di euro impegnati in pochi anni per la realizzazione d’infrastrutture oggi già agibili, ai quali vanno aggiunti altri 75 milioni di euro per la realizzazione del Grande Progetto, che ha conseguito anche il via libera dalla Unione Europea per l’utilizzo dei fondi già disponibili. Per tali ragioni – ha concluso Gallozzi – la comunità portuale salernitana si oppone fermamente ad una riforma che preveda l’abolizione dell’autorità portuale di Salerno e l’accorpamento all’autority di Napoli.”

Intanto numerose associazioni ed aziende del settore hanno inviato una lettera ministro Lupi per chiedere il blocco della riforma. Drastico anche il commento del segretario del settore marittimo portuale Francesco Ceschini: "Il disegno di accorpare alcune Autorità Portuali istituite con la legge 84/94 sembra prescindere da un’analisi dei fattori che penalizzano la portualità e trascura la necessità di promuovere politiche attive del lavoro, crescita e sviluppo occupazionale. Sarebbe necessario, piuttosto, focalizzare l’attenzione su quei fattori che rappresentano un vero e proprio valore aggiunto a sostegno dello sviluppo dei porti e della logistica come la velocizzazione delle procedure per la realizzazione degli adeguamenti infrastutturali e per lo sdoganamento delle merci, nonché sull’effettiva realizzazione di un regime di autonomia finanziaria delle autorità portuali".

Poi Cechini conclude: "Partendo dal presupposto che le autorità portuali non gravano sul bilancio dello Stato, una mera aggregazione di enti non rappresenta il mezzo per razionalizzare e rendere veloce ed efficace l’assetto di regolazione ed amministrazione della portualità e non favorirebbe lo sviluppo di quelle realtà portuali, come quella salernitana, che costituiscono e possono costituire dei validi punti di riferimento per le imprese italiane e per i maggiori global carrier dello shipping internazionale".

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