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Cronaca

Riforma della prescrizione, la protesta dei penalisti a Nocera e Salerno

Nel mirino degli avvocati "in toga" la riforma voluta dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Numerose le adesioni sia nel capoluogo che nell'Agro nocerino sarnese

Esplode anche in provincia di Salerno la protesta dei penalisti contro l’imminente entrata in vigore della riforma della prescrizione che, tra i vari punti, prevede l’eliminazione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.  Sit in di protesta questa mattina degli avvocati penalisti "in toga" dinanzi alla Cittadella Giudiziaria del capoluogo e davanti al tribunale nocerino.

I commenti

In prima fila il presidente della Camera Penale di Salerno Luigi Gargiulo che spiega:“Il nostro è un presidio pacifico e non pro casta. A tutela dei cittadini perché la riforma dei cittadino è liberticida che obblitera il diritto fondamentale del cittadino di conoscere quanto durerà il proprio processo. La manifestazione a livello nazionale parla di “imputato per sempre” con tutte quelle che sono le ricadute pratiche sia in ordine  alla possibilità di un cittadino di accedere a concorsi pubblici perché rimarrebbe un  carico pendente eterno e soprattutto in relazione a quella che, una volta arrivati ad una sentenza di condanna, si andrebbe ad applicare una pena in un periodo totalmente diverso da quello della commissione del fatto”.

Secondo il presidente della Camera Penale di Nocera Inferiore, invece, Rodolfo Viseltra “La sostanziale abrogazione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio rappresenta un vulnus ai principi costituzionali del giusto processo. Invero – si legge nella missiva inviata ai penalisti nocerini -  la prescrizione è un istituto di garanzia, necessario ad assicurare la ragionevole durata del processo a tutela di tutte le parti",  e ricorda, in proposito, "come tutte le richieste di rinvio formulate nell’interesse dell’imputato già ne interrompano il decorso". Per Viseltra “se dovesse entrare in vigore la norma sulla prescrizione (gennaio 2020) il momento della concreta applicazione della pena verrebbe innegabilmente a slittare avanti nel tempo, senza limiti o confini, applicandosi per fatti ormai cronologicamente lontani e in una diversa fase della vita del soggetto consapevolmente dimenticando il principio rieducativo che questa, per chiara lettera della nostra Carta Costituzionale, deve avere".

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