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Cronaca

Sbarco dell'orrore a Salerno, la verità sulle 26 donne morte: l'esito degli accertamenti

Con una dettagliata relazione, la Procura della Repubblica fa luce sull'agghiacciante recupero delle 26 migranti, arrivate al Porto già cadaveri, a bordo della nave spagnola Esps Cantabria

La Procura della Repubblica fa luce sull'agghiacciante recupero delle 26 migranti, arrivate al Porto già cadaveri, a bordo della nave spagnola Esps Cantabria che, il 5 novembre, ha condotto 401 stranieri a Salerno. Delle salme, 23 sono state recuperate direttamente dalla nave Cantabria durante lo sbarco, mentre 3 sono state recuperate dalla M/N Bergamelli della Marina Militare. Tutte le salme sono state sottoposte a visite esterne ed autopsia: tutte le vittime sono morte per asfissia per annegamento, come indicato dai consulenti tecnici nominati dalla Procura. Solo in un caso, la morte è stata causata anche da uno shock emorragico per la rottura del fegato, senza segni esterni da rapportare ad eventi traumatici avvenuti prima della caduta in acqua. Tale lesione, quindi, può essere attribuita all'impatto contro superfici solide smusse. Sulle salme, infatti, nessun segno di violenza fisica o sessuale recente.

Il riconoscimento

E' stato possibile, ad oggi, riconoscere solo due cadaveri, grazie al supporto di altri migranti soccorsi. La Polizia Giudiziaria, intanto, sta tentando di rintracciare i parenti delle altre vittime non identificate, sia contattando i numeri trovati su alcuni fogli nascosti nei vestiti delle migranti decedute, sia tramite l'inoltro di loro foto alle ambasciate in Italia degli Stati Uniti. Tramite i numeri telefonici, è stato possibile già comunicare con i familiari di tre donne decedute. Le vittime sono tutte nigeriane.

I due fermi

A finire nei guai, sono stati due uomini accusati di aver contribuito con le loro condotte alla tratta delle persone e di aver organizzato e trasportato 146 persone a bordo di un gommone poi intercettato, in acque internazionali, dalla M/N Esps Cantabria. I due scafisti, A.B.M.A., egiziano e H.A.M.W., libico, sono stati incastrati grazie alle testimonianze dei migranti a bordo della nave approdata in città. I due indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il Giudice per le indagini preliminari ha convalidato il decreto di fermo disposto dal P.M. ed ha applicato per entrambi la misura della custodia in carcere. Le indagini proseguono.

I migranti soccorsi

Ben 146 i migranti salvati, di cui 28 bambini, 97 uomini, 21 donne tra cui tre incinta, sono stati recuperati a bordo di un gommone dalla nave Esps Cantabria. Altri 64 stranieri, di cui 6 bimbi, 36 uomini e 22 donne di cui due instato di gravidanza, sono stati recuperati in mare nei pressi di un gommone blu, parzialmente affondato. Pare che a bordo di quel gommone vi fossero 150 persone. Circa un centinaio, dunque, gli altri migranti dispersi in mare. Ancora, 140 persone (12 bambini, 88 uomini, 40 donne) sono state recuperate a bordo di un gommone dalla M7N Bergamini della Marina Militare Italiana e poi condotte sulla M/N Esps Cantabria. Infine, altri 53 migranti sono stati salvati, di cui 8 bambini, 39 uomini e 6 donne tra cui due incinta, a bordo di un natante in vetroresina, dalla nave irlandese Niamh e poi trasferiti sulla Cantabria.

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