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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Salerno, parla la madre accusata di aver aggredito una prof: "Ecco cos'è realmente accaduto"

La donna invia a Salernotoday la sua versione sull'episodio verificatosi presso l'Istituto Comprensivo di Giovi-Ogliara

Non ci sta a passare per una donna violenta. Per questo la madre di un’alunna dell’istituto comprensivo di Giovi-Ogliara, P.I le sue iniziali, accusata di aver aggredito un’insegnante, perché quest’ultima avrebbe messo le mani addosso alla figlia, decide di chiarire la vicenda inviando la sua versione alla redazione di Salernotoday.

Il racconto

La donna ci scrive raccontando, nei dettagli, l’episodio: “Quella mattina i ragazzi si sono recati in chiesa a Ogliara. Prima di entrare, un ragazzino stava per inciampare in una catena. E così mia figlia, vedendolo, ha alzato un po' la voce esclamando “Stai attento”. A quel punto la prof si è avvicinata a lei dandole un ceffone pesante. Tutto questo sotto agli occhi di 19 ragazzi. Mia figlia ha avuto il livido per 5 giorni in faccia”. Ma ecco cos'è accaduto dopo: “La prof  - continua la madre dell’alunna - mi ha chiamato dicendomi che casualmente ha urtato leggermente vicino alla guancia di mia figlia”. E ancora: “Dopo la riunione a scuola - dove parlai con la preside e lei mi disse di prendere appuntamento - ho aspettato che la prof uscisse. Mi sono avvicinata e con garbo le ho chiesto gentilmente se potesse spiegarmi cosa fosse successo. La prof, dandomi le spalle, mi disse “signora io con le persone mediocri non parlo, parli direttamente con la preside”. A quel punto si è lasciata andare ad un “gesto d’ira, non so spiegarmi”. “Da premettere – aggiunge - il mio gesto deve essere condannato. Ma vedendo mia figlia, pensare al dolore emotivo e psicologico che aveva  provato, ho reagito così. Nessuno si è preoccupato di lei, di cosa sta ancora passando. Piange la notte nel sonno, si sveglia con la ansia e chiede tutti i santi giorni di non vuole andare a scuola. So solo io cosa sto passando. E vedermi puntare il dito da persone che non conosco non è una bella cosa. Sbagliare è umano. Io ho ammesso dall'inizio che ho sbagliato ed ero pronta a chiedere scusa. Ma dall' altra parte silenzio”. Infine la donna rivela anche un altro particolare: “Io stessa, la sera dell'accaduto, ho chiamato la polizia, a cui ho dato nome, cognome e versione dei fatti. Sono stata l’ unica ad aspettare la volante che arrivasse. Tutti i prof se ne erano già andati...”

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