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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Italygate", da Trump all'hacker di Eboli: la storia che parte dal carcere di Salerno

La presunta "spy story", già nota come "Italygate" in America, si caratterizza ora di un'indagine interna voluta dal Dap per chiarire aspetti e ragioni di una visita fatta da alcuni americani, che sarebbero entrati senza autorizzazione nel carcere di Salerno, dieci mesi fa, per “interrogare” Arturo D’Elia, il 39enne hacker di Eboli

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha avviato un'indagine interna per chiarire aspetti e ragioni di una visita fatta da alcuni americani, che sarebbero entrati senza autorizzazione nel carcere di Salerno, dieci mesi fa, per “interrogare” Arturo D’Elia, il 39enne hacker di Eboli. Il quotidiano La Repubblica ha dato ora notizia che il capo del Dap ha chiesto dettagli alla direzione del penitenziario di Fuorni, guidata da Rita Romano, sulla visita avvenuta il 19 gennaio scorso

La visita

Quella visita viene confermata dall'avvocato del 39enne ebolitano, Nicola Naponiello: "I due soggetti entrarono con la deputata Sara Cunial, provarono a fare domande sulle elezioni americane. Il mio assistito si spaventò, segnalai tutto ai pm". L'hacker era stato già condannato dal tribunale di Napoli perchè accusato di essere penetrato nei sistemi di sicurezza informatica di Leonardo Spa, pilastro della Difesa italiana (primo azionista il ministero dell’Economia e Finanza). Nel dettaglio, avrebbe spiato almeno 100mila file. Con lui fu arrestato anche un collega, ora atteso da un processo per depistaggio. Riguardo al caso più attuale, invece, il carcere di Salerno avrebbe - condizionale d'obbligo - registrato come visitatrice la sola deputata Cunial, oggi nel gruppo Misto ed ex M5S. L'ingresso risaliva alle ore 11, con uscita alle 13. Lei sola, senza i tre accompagnatori. Eppure gli americani che pure sarebbero stati presenti, comprendevano anche un avvocato vicino ad un dirigente della Difesa degli Stati Uniti. C'è di più: il sospetto è che i due ufficiali o addetti diplomatici dell'ambasciata Usa a Roma - ad oggi non identificati - sarebbero entrati nel carcere per avere notizie da D'Elia

L'Sos dal carcere

L’indagato ha affidato i suoi pensieri poi al suo avvocato, Naponiello, il quale aveva ricevuto l’Sos dal carcere sui due americani in visita. In quei giorni, il nome di D’Elia viene accostato alla sconfitta elettorale dell'ex presidente Donald Trump. Diversi siti e testate parlano di voti spostati, dirottati addirittura con l'uso di satelliti. Si muovono più soggetti per saperne di più. Il sospetto che vi sia lo "zampino italiano" spinge l'ambasciata italiana a Washington ad allertare la Farnesina. Eppure, ad oggi, nessuno sa perchè due americani entrarono nel carcere di Salerno. 

"E' tutta una bufala"

"È tutta una grandissima bufala. Un'emerita idiozia ha fatto il giro del mondo: all'inizio sembrava uno scherzo. Ma poi tutto è diventato incredibilmente serio. Non ho rubato nulla, non passo nulla a nessuno. Io ho solo creato un malware che ha provocato un buco, penetrando quei sistemi. Ma poi sono stato io stesso a ripararli". Lo ha detto al quotidiano proprio D'Elia, su di un presunto inquinamento del voto degli americani all'estero. Il 39enne chiederà presto l'affidamento in prova ai servizi sociali per scontare gli ultimi due anni e qualche mese di condanna patteggiata a Napoli. 

Per l'accusa, D'Elia spiò le Divisioni Aerostrutture e Velivoli, copiò 10 giga di dati. "È stato il mio errore, la mia caduta. Forse serviva a rendermi più indispensabile", aggiunge, raccontando della strana visita in carcere degli americani: "Una storia che mi stupì - dice - Era il 19 gennaio 2021. C'era una visita di una parlamentare in carcere, poi mi fu detto essere la deputata Cunial. Ma accade una cosa strana. Mentre eravamo lì, le celle sono aperte, due soggetti, con accento americano, mi avvicinarono, si capiva che volevano parlarmi separatamente. Ne fui sorpreso. Introdussero il tema delle elezioni americane, stavano per chiedermi delle cose, io li stoppai. Chiamai la polizia penitenziaria, segnalai la cosa, insomma cercai di proteggermi. Capii che quello che accadeva sotto i miei occhi, non era assolutamente normale. Ero già molto esposto, il mio nome era su tante testate anche estere. Percepii degli imbarazzi intorno a me". "Ne chiesi conto alla direzione del carcere - aggiunge il legale - che si scusò, ma poi segnalai tutto anche ai pm". "Sono uno che ha commesso errori e basta - chiosa D'Elia - Sono stato accusato di cose assurde".

Le indagini

Solo una persona sarebbe stata autorizzata a entrare il 19 gennaio del 2021 nel carcere di Salerno al seguito della deputata Sara Cunial. E non sarebbe un americano. E' quanto emergerebbe ora da una prima verifica sulla vicenda di due americani che sarebbero entrati nel carcere senza autorizzazioni per "interrogare" Arturo D'Elia. Attesa a breve al Dap la relazione "immediata" chiesta dal capo Dino Petralia alla direttrice del carcere. "Ho avuto modo di leggere la narrazione. Ci siamo attivati di fronte a queste indiscrezioni". Lo afferma la ministra della Giustizia Marta Cartabia rispondendo a chi le chiedeva dell'Italygate e degli americani nel carcere di Salerno

Le reazioni politiche

"Ho chiesto al presidente Fico - spiega Borghi - di fare immediata chiarezza circa quanto riportato sui media nazionali in merito al fatto che la collega Cunial, avrebbe accompagnato in un carcere personale straniero per interrogare un detenuto italiano, violando ogni regola prevista in casi di tale genere. Un fatto che, se confermato sarebbe di eccezionale gravità. Si apprende infatti dai media che lo scorso 19 gennaio del 2021, la collega Cunial avrebbe consentito l'accesso in un istituto carcerario, accompagnandoli personalmente, ad alcuni soggetti appartenenti ad una amministrazione di un paese straniero per interrogare un cittadino italiano senza avere ne le autorita' ne le autorizzazioni necessarie a farlo. Di fatto non sarebbero state informate e quindi scavalcate la competente autorità giudiziaria e i nostri rappresentanti del ministero degli esteri. Chiedo quindi che si accerti il reale andamento dei fatti visto che le attività ispettive non sono un gioco. Il detenuto in questione non solo sarebbe accusato di spionaggio ma di aver favorito tramite strumenti tecnici di proprietà pubblica , l'elezione di Biden". "Al di la' dell'enormita' di questa accusa, ci sono profili che devono essere chiariti. Cosa e' accaduto nel carcere di Salerno, visto che il Dap in merito alle visite ispettive ha un protocollo ferreo che e' stato completamente ignorato? Come e' possibile aver lasciato all'oscuro le autorità competenti? Sono elementi da chiarire visto il rilievo della vicenda e soprattutto appurare quali siano le motivazioni che hanno spinto la collega Cunial ad agire in tale maniera, da chi sia stata ispirata e quali connessioni internazionali vi siano", conclude

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