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Cronaca

Dalle canzoni neomelodiche alle foto dei Kalashinkov: così la baby-gang terrorizzava Salerno

L'approfondimento di SalernoToday sui nove diciottenni autori di devastazione su più di 100 automobili. Le intercettazioni del gruppo per evitare di ammettere colpe ai carabinieri e l'aiuto arrivato da chi li leggeva in silenzio

L'immagine di sfondo del loro gruppo, creato su What's App e battezzato "O' Sistem", era quella di un Kalashnikov AK47. E per rendere il tutto ancora più simile ad un contesto "di camorra", i due amministratori ci avevano piazzato in sequenza foto di pistole, bombe, coltelli, spade, martelli e bare. Diciotto i componenti della chat (9 quelli arrestati), gestiti da due amministratori, che raccoglievano sfoghi, sfottò e opinioni sulle azioni criminali commesse a danno di oltre 150 automobili parcheggiate in sosta lungo le strade di Salerno. "Agg ritt che asciv ngopp o giurnal", commenterà uno dei 18enni il giorno dopo un raid commesso tra via Croce e via Roma. Raid consumati sempre a notte inoltrata. Nel gruppo venivano pubblicati sempre link che riportavano agli articoli che riferivano di misteriosi danneggiamenti di auto lungo le strade di Salerno. Le armi utilizzate erano delle pistole ad aria compressa, con tanto di munizioni sequestrate con una perquisizione precedente al blitz di due giorni fa, comprate in un'armeria di Poggiomarino l'ottobre scorso. Nel gruppo la maggior parte dei commenti era di tipo sarcastico, ma spesso utile a fornire dettagli che solo chi aveva partecipato ai raid poteva conoscere. "Dincell a sti sciem ca' s' mparan a cuntà oi" sulla notizia di un danneggiamento di 20 macchine. Ma chist c stann pigliann sul p' cul mo doj song e cos..o senn scurdat cocc zer o cocc un annanz". Uno dei componenti della baby gang, infatti, si lamenterà che i giornali avevano lanciato una notizia sbagliata sul numero delle auto danneggiate. Che invece di essere 120, era stato indicato "solo" come 20. Sfoghi che avvenivano cantando canzoni neomelodiche - come "O' killer" di Gianni Vezzosi - e deliri architettati per l'occasione per farsi due risate

"I giornalisti non sanno contare: ne abbiamo rotte di più"

Gli inquirenti, in buona sostanza, hanno avuto gioco facile proprio su quella strafottenza che - senza che i ragazzi lo sapessero - permetteva di ricostruire a mano a mano la realtà. Chi scriveva, infatti, dimostrava di essere stato presente durante le scorribande notturne: "Appena cadde il vetro si arricciò il cofano"; "le auto di oggi fanno proprio schifo"; "tre vetri cinque buchi dentro..due dietro...uno nel cofano..venne proprio benissimo quello". I ragazzi scherzavano anche sull'ipotesi di essere arrestati, ridendo - tra emoticon e commenti goliardici - su che effetto avrebbero fatto i loro volti sulle pagine di un quotidiano. Per la giovane gang di 18enni, colpire le auto era un gioco che poteva anche fruttare soldi. Grazie ad alcuni messaggi vocali, si è scoperto che uno del gruppo offriva anche compensi in denaro a chi danneggiava le auto che si decideva di risparmiare in un primo momento

La strategia per evitare l'arresto: "Che dobbiamo dire?"

Quando i carabinieri del Nucleo Investigativo portarono i ragazzi in caserma, il quadro probatorio si completò grazie all'ascolto dei loro sfoghi in intercettazione ambientale. Poco prima di essere sentiti infatti, i giovani avevano già confermato tutto, inconsapevolmente: "Stava Ciruzzo che portava la macchina, Corrado"; Che hai detto? Perchè abbiamo fatto sta cosa?"; "Sapevano pure che non guidavo io..che guidava Ciro"; "Ora vale la pena...se scendo glielo dico..si..siamo stati noi..in macchina stavamo tutti e due..ho portato la macchina tua perchè ti eri messo paura...non sapevi cosa succedeva...e vai avanti..è normale". "Mettiamoci d'accordo...io gli ho detto che nella mia macchina stavamo io, Ciccio"; "Non lo nominare proprio ad Alfonso". Gli stessi capiranno di aver fatto un errore anche a non cancellare i messaggi sui telefonini sequestrati: "Perchè non li hai cancellati? Tieni la testa di merda". Qualcuno c'era riuscito, altri no: "Oramai è successo..che fai? Mica si torna indietro..abbracciamoci a Cristo". 

I testimoni e le loro dichiarazioni

A fornire un aiuto alle indagini è stato anche chi, pur presente nel gruppo, aveva deciso di dissociarsi dal partecipare a quei raid criminali. Molti di loro sono stati ascoltati a sommarie informazioni, su delega della Procura di Salerno: "Si vantavano dei danneggiamenti, che avvenivano quasi quotidianamente. So che avevano colpito molt auto a Salerno, anche se non conosco la ragione"; "Si vantavano di essere armati e di aver fatto diversi danneggiamenti anche a San Marzano e in altri luoghi. Senza alcun pentimento, anzi, volevano andare oltre e fare azioni più eclatanti"; "Ho capito che erano capaci atutto e giravano pure armati".

Il gip: "Colpita la tranquillità dei cittadini"

Duro il Gip nel giustificare gli arresti contestuali alla firma dell'ordinanza cautelare ai domiciliari: "Hanno diffuso un allarme nella cittadinanza, colpendo e ledendo non solo il patrimonio dei singoli soggetti, ma anche il buon assetto ed il regolare andamento del vivere civile, cui corrispondono, nella collettività, l'opinione e in senso della tranquillità e della sicurezza, travalicando così i limiti della fattispecie del danneggiamento per realizzare quella, posta a tutela dell'ordine pubblico, della devastazione". E ancora: "Miravano ad un risultato eclatante e non a specifiche azioni di danneggiamento, considerata la loro insofferenza per i commenti della stampa che riportavano un numero di autovetture danneggiate inferiore rispetto a quelle attinte. La loro era un'azione di disturbo posta a danno di ignari privati, colpevoli solamente di aver parcheggiato le loro auto sulla pubblica strada, senza nessuna plausibile ragione che possa anche in astratto giustificare un gesto vandalico di tal fatta". I vari "Ciccio", "Birillo", "Aulivar" erano "spavaldi e incuranti del danno procurato che delle conseguenze penali di cui essi stessi avrebbero risentito per quel gesto balordo". In un messaggio uno dei ragazzi dirà: "Al massimo prendi un anno di pena sospesa". I giovani vandali "ritenendo che la loro convocazione in Caserma fosse la manifestazione di un atteggiamento esaltato dei carabinieri più che una necessità investigativa, temevano più la reazione di fidanzate e geintori che le conseguenze sanatorie delle loro condotte"    

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