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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Diplomi falsi per essere assunti al Nord: indagati anche dei salernitani

L'operazione "101 e lode" della Guardia di finanza di Treviso. Si tratta di persona amministrativo, tecnico e ausiliario che dal 2018 al 2020, è stato assunto, con contratto a tempo determinato

 Erano stati assunti nelle scuole della Marca Trivigiana grazie ai loro ottimi punteggi con cui avevano scalato posizioni su posizioni fino a raggiungere la vetta della graduatoria. Peccato che i titoli di studio e le esperienze professionali che vantavano fossero falsi. E così si è scoperto che in diverse scuole della Marca, dal 2018 al 2020, attingendo alla graduatoria del bando pubblicato dal ministro dell'Istruzione per il triennio 2017-2020, è stato assunto a tempo determinato personale Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario) senza "validi titoli culturali e di servizio". Ovvero, con diplomi conseguiti con il massimo dei voti e attestati di servizio "che hanno permesso a questi candidati di scavalcare illecitamente, nella graduatoria generale, coloro che avevano dichiarato titoli realmente conseguiti", spiega la Guardia di finanza al termine dell'indagine appena conclusa con la denuncia alla Procura di Treviso di 101 persone per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, reato punito con la reclusione fino a due anni. Inoltre, è partita una la segnalazione alla Corte dei Conti di Venezia di un danno erariale di circa due milioni di euro, pari alle retribuzioni percepite dagli assunti grazie ai titoli falsi.

L'inchiesta

L'intera operazione è stata chiamata "101 e lode". La Corte dei Conti, spiega la Gdf, potrà ora chiamarli a restituire le somme percepite, oltre a contestare il danno da disservizio e di immagine alla Pubblica amministrazione. Intanto dirigenti degli uffici scolastici, in decine di casi, hanno già adottato, nei confronti di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici privi di titoli, provvedimenti di risoluzione del contratto di lavoro.  La graduatoria per le assunzioni, ricorda la Gdf, doveva premiare "qualità intellettuali e competenze professionali degli aspiranti", ma ha finito per essere egemonizzata da chi ha esibito diplomi professionali con votazione di 100 centesimi e esperienze professionali ottenuti con scorciatoie varie e non legali. Le indagini hanno riscontrato che il diploma era stato conseguito, con il massimo punteggio, in un ristretto numero di istituti scolastici campani, mentre i titoli di servizio erano stati maturati lavorando in improbabili scuole paritarie. Queste anomalie hanno spinto i finanzieri di Treviso a scavare a fondo, con la collaborazione dell'Ufficio scolastico provinciale, nella carriera scolastica e lavorativa di diversi soggetti, "accertando, in numerosissimi casi, gravi irregolarità". In particolare, per 43 delle persone assunte, i diplomi sono stati rilasciati da quattro istituti scolastici, tra le province di Salerno, Benevento e Avellino, non autorizzati dall'Ufficio scolastico regionale a svolgere esami di qualifica professionale. Questi istituti, già al centro di inchieste giudiziarie poiché sospettati di essere "diplomifici", hanno rilasciato attestati essendo privi del requisito della parità scolastica. Diversi poi sono i casi di diplomi del tutto falsi. Per alcuni, rilasciati da un istituto paritario di Napoli, una circostanza ha fatto aumentare i sospetti degli investigatori: la scuola, nel 2016, ha denunciato il furto degli atti di nomina dei docenti e delle commissioni d'esame, dei verbali d'esame e degli elaborati scritti di diversi candidati, tutti custoditi su uno scuolabus. E, singolare coincidenza, il furto è avvenuto nello stesso giorno in cui l'Ufficio scolastico regionale della Campania ha inviato proprio personale per svolgere un'ispezione sulle attività dell'istituto.

Le indagini sui candidati 

Sette candidati, invece, hanno dichiarato di aver conseguito il diploma in un istituto scolastico paritario di Caserta dove, in un solo anno scolastico, si sarebbero diplomati circa 700 studenti, nonostante fossero state richieste al ministero dell'Istruzione solo 10 pergamene e la struttura, sotto il profilo logistico, fosse in grado di curare la formazione di non più di alcune decine di studenti. Altri otto candidati hanno dichiarato di aver conseguito il diploma in un istituto paritario della provincia di Salerno. Del loro nome, tuttavia, non risulta traccia nell'elenco dei diplomati per i quali l'istituto ha richiesto al ministero il rilascio della pergamena. E ancora: il numero progressivo identificativo di tre diplomi, conferiti ad altrettanti candidati da un istituto paritario di Salerno, è risultato già associato ai diplomi di altrettanti studenti, frequentatori di un istituto statale della stessa regione. Sono 40, infine, i candidati che hanno dichiarato il possesso di titoli di servizio falsi, attestando di aver svolto attività lavorativa in altri istituti scolastici privati campani, pugliesi, calabresi e siciliani. Le indagini hanno invece consentito di accertare che non hanno mai percepito compensi per l'attività di servizio che avrebbero prestato, mentre gli istituti privati, spesso conniventi, hanno omesso di comunicare l'avvio del rapporto di lavoro e, di conseguenza, di versare i contributi previdenziali. Per comprendere come, in alcuni casi, i candidati presentassero delle autocertificazioni grossolanamente false, la Gdf evidenzia che i recapiti telefonici di un istituto scolastico, dove tre candidati hanno dichiarato di aver lavorato, corrispondevano a quelli di una gioielleria di Vibo Valentia.

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