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Cronaca

Minacce al parlamentare della Lega: "Fu uno scherzo telefonico", giovane salernitano indagato

A distanza di oltre un anno dai fatti denunciati dal deputato Francesco Zicchieri, le indagini hanno ridimensionato l'episodio. Tre persone sono indagate con l'accusa di violanza o minaccia a un corpo politico

Quello che gli inquirenti temevano potesse essere un oscuro messaggio inviato al responsabile centrosud della Lega non sarebbe stato altro che un innocuo scherzo telefonico. A distanza di oltre un anno dai fatti denunciati dal deputato Francesco Zicchieri, le indagini hanno ridimensionato l'episodio. Tre persone sono indagate con l'accusa di violanza o minaccia a un corpo politico

La storia

Il 26 settembre 2020 l'onorevole leghista denunciò di aver subito pesanti minacce. Mancava una settimana al ballottaggio a Terracina, in provincia di Latina, la città di Zicchieri, e il parlamentare denunciò di aver ricevuto una telefonata minacciosa, per cui il sostituto procuratore Gentile ha chiesto e ottenuto dalla Camera l'autorizzazione all'acquisizione dei tabulati telefonici del deputato. Zicchieri sostenne che si era trattato di una minaccia per i suoi due figli, aggiungendo che nel corso della telefonata era stato ripetuto l'indirizzo esatto della sua abitazione. Zicchieri specificò di aver ricevuto due telefonate minacciose e che alla prima telefonata avevano assistito tre testimoni con cui si trovava presso il ristorante Il Tordo di Terracina, per i preparativi relativi all'incontro elettorale a cui doveva prendere parte anche Matteo Salvini.

Le indagini

I carabinieri, dopo l'autorizzazione della Camera, iniziarono ad indagare e scoprirono che la telefonata era partita dal numero di un dipendente dell'Asl di Salerno. Quest'ultimo è stato interrogato e ha dichiarato che a telefonare a Zicchieri erano stati il figlio, che ha in uso il suo telefono, e un amico di quest'ultimo, un giovane residente a Cuneo. Il dipendente dell'Azienda sanitaria ha poi aggiunto che il figlio aveva trovato il numero del deputato navigando in internet e che non si era trattato di altro che di uno scherzo telefonico.

Lo scherzo telefonico

Sempre sul web, tra l'altro, vi è un sito dove, proprio sugli scherzi telefonici, viene proposto un testo identico a quello oggetto della telefonata a Zicchieri, finita con una risata del ventenne salernitano: "Salve! La sto chiamando per poter programmare la consegna. Sì, la consegna dell'ordine che ha effettuato. Il mio collega mi ha detto che stava aspettando la nostra telefonata. Si tratta di un ordine di due tacchini vivi. Sì, corretto. Due tacchini. Sì, vivi come da richiesta. Noi vendiamo solo la carne più fresca che mai. Cosa significa non li ha ordinati? Sono sicuro che questo sia il numero giusto. Sa quante persone ordinano tacchini vivi? Non molte. Beh, cosa dovrei farmene dei due tacchini? Oddio, stanno diventando irrequieti. Ascolti, io devo consegnarli ora! Li scarico all'indirizzo riportato sulla sua carta di credito. Arrivederci!". Ora dovranno essere interrogati anche il figlio del dipendente Asl Salerno e il suo amico e poi occorrerà vedere cosa deciderà di fare la Procura. 

 “Si vada fino in fondo alle minacce ricevute telefonicamente sui “tacchini vivi o morti” dal deputato Francesco Zicchieri in occasione delle comunali di Terracina del 2020, che hanno provocato ansia e paura per i familiari, le persone care e la comunità della Lega. Non si comprende per quale motivo due ragazzi della provincia di Salerno avrebbero dovuto chiamare un Deputato della Repubblica italiana…”, ha dichiarato Orlando Angelo Tripodi, capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Lazio, commentando le notizie di stampa sull’inchiesta in corso.

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