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Cronaca Torrione / Via la Carnale

Ippolito da Pastina: la storia del "Masaniello" salernitano

Pochi giorni dopo le notizie giunte da Napoli delle vittorie di Masaniello nel 1647, a Salerno partì una rivolta capeggiata da un umile pescatore del rione Fornelle chiamato Ippolito da Pastina

Nel XVII secolo nel sud Italia ci fu un susseguirsi di moti rivoluzionari tendenti a sovvertire il potere asburgico. Pochi giorni dopo le notizie giunte da Napoli delle vittorie di Masaniello nel 1647, a Salerno partì una rivolta capeggiata da un umile pescatore del rione Fornelle chiamato Ippolito da Pastina. Ippolito, in quel periodo, era arruolato nelle milizie mercenarie del Duca di Nocera ma, grazie alla sua grande furbizia, riusci a tramutare un'armata di popolani in un esercito che combattesse per un ideale.

Le battaglie

Conquistò, infatti, la città e pose il suo Comando popolare nella torre della Carnale. Dopo una serie di battaglie durante le quali Salerno venne presa prima dagli spagnoli e poi, di nuovo, dai rivoltosi con l'aiuto dei francesi che appoggiarono le ribellioni nel sud Italia in un'ottica di rivalità con la corona spagnola, Ippolito venne nominato, dopo la morte di Masaniello, Vicario generale della Basilicata e del Principato. Si trasferì, quindi, a Napoli, dove, però, venne sconfitto dagli spagnoli. Si rifiugiò nuovamente a Salerno, ma la ribellione stava per essere schiacciata e, quindi, non potè fare altro che fuggire. Nel 1648, però, tornò prepotentemente alla ribalta e riuscì a conquistare nuovamente la parte nord di Salerno e Vietri sul Mare. I tempi, però, erano cambiati e, dopo un ulteriore tentativo di ribellione attuato a Castellammare, di Ippolito da Pastina non si seppe più niente. Alcune ipotesi lo ritengono morto nel 1656 a causa della peste.

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