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Cronaca

Cade in casa e viene medicata al Ruggi, le rubano collana e orecchini

A raccontarlo il nipote della donna, con uno sfogo condiviso attraverso Facebook. Il ragazzo ha parlato di lunghe attese e di "abbandono" sulla barella per il proprio parente. Senza dimenticare le condizioni stesse nelle quali lavorano i medici, che per il ragazzo "sono disumane"

Ricoverata e curata in ospedale, si accorge di non avere più orecchini e una collana d'oro. E' l'ennesimo furto consumato all'interno dell'ospedale "Ruggi" di Salerno. A denunciarlo una 85enne di Pontecagnano, che mercoledì scorso era andata in ospedale dopo essere caduta in casa. L'episodio è stato denunciato alla polizia. Si tratta del quarto registrato solo in pronto soccorso.

Lo sfogo

A raccontare tutto è stato il nipote della donna, con uno sfogo condiviso attraverso Facebook. Il ragazzo ha parlato di lunghe attese e di "abbandono" sulla barella per il proprio parente. Senza dimenticare le condizioni stesse nelle quali lavorano i medici, che per il ragazzo "sono disumane". 

"Ci avviciniamo al 2023, ma a quanto pare nell’ospedale San Giovanni di Dio Ruggi d'Aragona siamo fermi al 1823. Una situazione priva di valori umani, sicuramente non la prima né l’ultima. Una signora anziana di anni 85 (mia nonna, diabetica, tra le tante altre patologie di cui soffre) cade, battendo la testa, procurandosi un taglio profondo che le provoca la perdita di molto sangue. Dopo circa 40 minuti dalla prima telefonata al 118, viene finalmente soccorsa dall’ambulanza che arriva sprovvista di medico e di mezzi per trasportare l’anziana dal terzo piano al piano terra per poi raggiungere l‘ambulanza. Trasportata in ospedale, dove dopo i primi accertamenti e diverse ore di attesa  viene abbandonata sulla barella del pronto soccorso. Riusciamo ad avere le prime informazioni dopo circa 6 ore e 30 minuti, tramite una dottoressa che telefonicamente ci comunica che nonna sarà ricoverata e tenuta sotto osservazione per per la notte per poi ripetere la tac a distanza di 24 ore dell’accaduto. Trascorsa la notte, di primo mattino, la dottoressa ci rassicura al telefono che mia nonna sta bene, che il colpo è stato duro e che avrebbero ripetuto la tac in mattinata e fatti questi accertamenti, avremmo potuto poi riportare mia nonna a casa. Tutto normale se non fosse che alle 18 della stessa giornata la tac non è stata ancora effettuata perché “troppo impegnata” e quindi poco tempo a disposizione. Decidiamo così di portarla a casa, firmando “a nostro rischio e pericolo” e solo così mia madre riesce ad entrare all’interno del pronto soccorso per riportare sua madre a casa". Con l'arrivo in pronto soccorso, la situazione non migliore: "Persone anziane ammassate - continua - una accanto all’altra, senza distinzione di sesso. Mia nonna, su una barella totalmente nuda e ancora sporca di sangue, piena di lividi, capelli tagliati a zero e la ferita alla testa ricucita con dei punti che ricordano vagamente l’immagine di un macellaio che lega la carne di maiale. Mia nonna invece, sembra una persona totalmente diversa da quella che avevamo lasciato 48 ore prima. Impaurita, non lascia avvicinare i suoi cari, desidera soltanto dormire e non essere toccata da nessuno. Non per ultimo, “passata” la paura, e felici che aldilà di tutto, mia nonna fosse tornata a casa, ci accorgiamo che gli orecchini e la collana d’oro che portava quotidianamente ormai da 50 anni erano magicamente spariti. Quegli stessi orecchìni che per chi li ha presi sicuramente non saranno diventati pane per sfamare la propria famiglia, per mia nonna invece semplicemente rappresentavano famiglia, amore, ricordo, più semplicemente, vissuto. Valori che oggi sembrano non appartenere quasi  più a questo mondo. Spariti, come in un gioco di prestigio che questa volta però non ha avuto il finale desiderato. Questo messaggio, che per molti resterà sicuramente un’altra delle tante storie tristi che accadono quotidianamente nel nostro paese, vuole essere un invito alla riflessione, un inno a restare umani e a prendersi cura delle persone, soprattutto per chi di questo ne ha fatto e ne farà il proprio mestiere"

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