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Cronaca

Il Riesame di Salerno liberò dal carcere due scafisti con simpatie "estremiste"

Non dovevano uscire dal carcere i due scafisti che un anno fa traghettarono in Italia più di 800 migranti. A dirlo è la Cassazione, che ha annullato l'ordinanza dello scorso ottobre del Riesame. I due avrebbero tuttavia fatto perdere le loro tracce

Non dovevano uscire dal carcere i due scafisti che un anno fa traghettarono in Italia più di 800 migranti. A dirlo è la Cassazione, che ha annullato l'ordinanza con cui lo scorso ottobre il Tribunale del Riesame di Salerno aveva di fatto rimesso in libertà i due. Gli ermellini hanno accolto l'appello della Procura, nelle figure dei sostituti Elena Guarino e Maria Carmela Polito, che non hanno ancora concluso l'attività investigativa sui due. Quando furono arrestati, nei loro telefoni cellulari c'erano filmati che lasciavano presagire di interessi, collegamenti o simpatie per posizioni estremiste. Era l'1 settembre 2016 quando la fregata spagnola Reina Sofia sbarcò al porto di Salerno, con circa 846 extracomunitari, soccorsi in mare mentre cercavano di raggiungere la Sicilia. Quelle persone pare fossero sotto il controllo dei due pakistani, Neem Akram e Husain Toqeer, nati nello stesso giorno ma le cui credenziali riportavano ad un alias. Le manette scattarono dopo indagini dei carabinieri che raccolsero le testimonianze di due connazionali. Poi arrivò la pronuncia del Riesame, che ritenne quelle deposizioni non utilizzabili, "perchè rese da persone che erano loro stesse responsabiliti di un reato (immigrazione clandestina) e che per questo dovevano essere sentite alla presenza di avvocati difensori. Motivazioni che portò i giudici salernitani a liberare entrambi 

Le testimonianze

I due presunti scafisti avevano con loro anche carte di credito e somme in denaro. Per la Cassazione, la questione sulla legittimità delle testimonianze è ora chiarita: "essendo stati i migranti soccorsi al di fuori delle acque territoriali, gli stessi non avevano commesso alcun reato e il loro successivo ingresso nel territorio dello Stato non poteva essere considerato clandestino. Il reato di ingresso illegale è ipotesi contravvenzionale, non punibile quando si ferma allo stadio di tentativo". I migranti furono soccorsi in mare prima che entrassero in Italia. Il Riesame, dopo la pronuncia della Cassazione, dovrà nuovamente riscrivere il provvedimento nei confronti dei due pakistani. Stando a notizie degli inquirenti, tuttavia, i due avrebbero fatto perdere le loro tracce. Dopo la scarcerazione, l'avvocato difensore Cecchino Cacciatore chiese per entrambi status di rifugiati politici. Trasferiti a Caltanissetta in un centro di accoglienza in attesa che la pratica fosse esaminata, i due avrebbero fatto perdere le loro tracce. Nel caso il Riesame decida per l'arresto, sarà cosa non facile rintracciarli

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