Spari contro Ventura a Salerno, il mistero delle macchie di sangue cancellate
Gli inquirenti non escludono alcuna pista. Ma cresce l’ipotesi che possa esserci un collegamento con l'agguato contro l'auto di Gaetano Siniscalchi. Il giovane gambizzato è ancora ricoverato al "Ruggi d'Aragona"
Proseguono senza sosta le indagini sulla sparatoria, verificatasi mercoledì sera in via Capone a Salerno, durante la quale è stato gambizzato Vincenzo Ventura, nipote di Ciro D’Onofrio, l’uomo ucciso il 30 luglio 2017 a Pastena. Il giovane è tuttora ricoverato all’ospedale “Ruggi d’Aragona” dov’è stato prontamente operato dai medici.
Le indagini
Il giovane è stato più volte ascoltato dagli agenti della sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile ma continua a ribadire di non essere in grado di descrivere il volto degli autori dell’agguato. I poliziotti stanno visionando tutti i filmati delle telecamere presenti nel rione Irno-Petrosino per riuscire a trovare un indizio utile all’identificazione dei killer. Al momento non escludono alcuna pista. Ma - riporta Il Mattino - cresce l’ipotesi che possa esserci un collegamento con gli spari contro l'auto di Gaetano Siniscalchi.
Il mistero
Gli inquirenti sono al lavoro anche per capire perché qualcuno abbia deciso di pulire subito il marciapiedi dalle macchie di sangue infettando così la scena del crimine. Probabilmente ad agire potrebbero essere stati in due a bordo di uno scooter ma queste informazioni non troverebbero conferma negli inquirenti chiusi a riccio.