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Cronaca

Finte partite Iva e truffa alle compagnie telefoniche: in 6 rischiano il processo

Al centro del raggiro un professionista abilitato all'uso del sistema dell'Agenzia delle Entrate, accusato di aver usato il servizio telematico dell'agenzia, per poi aprire circa 500 partite Iva fittizie

Truffa e frode di quasi 1 milione di euro alle compagnie telefoniche. Al centro del raggiro - secondo le accuse della procura di Salerno - un professionista abilitato all'uso dei sistemi dell'Agenzia delle Entrate, accusato di aver usato il servizio telematico dell'agenzia, per poi aprire circa 500 partite Iva fittizie a carico di persone che nulla sapevano di quei movimenti. Lo scopo era di ottenere la consegna di oltre trecento terminali, con tanto di schede

La truffa

Dopo la consegna della merce, le società non hanno mai avuto il pagamento delle rate per l'acquisto degli apparecchi, nè del credito. Ora sette persone rischiano il processo. Tra i principali imputati, un 57enne di Vietri sul Mare, che insieme ad altri sei, avrebbe procacciato documenti di identità di persone alle quali intestare le false partite Iva, riuscendo a consumare un raggiro milionario ai danni di diverse compagnie telefoniche, quali Fastweb, Tre, Wind, Tim e Vodafone. I reati sono di truffa e falso. Stando alle indagini, il professionista, aveva riferito di agire per conto degli intestatari delle copie dei documenti che allegava alle richieste, riuscendo ad ottenere l'apertura di 500 partite Iva. Tutte fittizie, perchè attribuite solo formalmente a determinati soggetti. All'uomo era stata poi revocata l'abilitazione all'utilizzo del servizio telematico, che però non lo avrebbe fermato, perchè si sarebbe impossessato a quel punto delle credenziali di un collega, contenute su un dischetto, introducendosi abusivamente nel sistema informatico protetto da password. E così ne avrebbe aperte altre 200, di partite iva. I fatti vanno dal 2012 al 2017, con le indagini partite dopo una serie di denunce da parte delle persone che si erano trovate intestatarie di quelle partiche. La merce, regolarmente documentata poi, veniva rivenduta a prezzi convenienti su siti specializzati, ad acquirenti italiani e stranieri

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