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Cronaca San Marzano sul Sarno

Armi nascoste nel suo casolare, ma non ci sono prove: 63enne scarcerata

Il gip, al termine dell'udienza di convalida, ha riconosciuto che non vi fosse alcuna prova certa "oltre ogni ragionevole dubbio" sull'addebitabilità di quelle armi alla donna

Nella casa di cui era titolare, ubicata in un fondo agricolo a San Marzano sul Sarno, gli avevano trovato un fucile a canne mozze, privo di marca e matricola, un fucile "Fabarm" ed una pistola Pietro Beretta con 3 cartucce e caricatore. E ancora, 29 cartucce calibro 12, 32 calibro 24, con 3 manufatti artigianali improvvisati come esplosivi e due calze di nylon color carne.

"Non ci sono prove"

La donna era finita in stato d'arresto, in regime di domiciliari, dopo un'operazione della Guardia di Finanza. Il locale era nella sua disponibilità ma in affitto ad un'altra persona, che ha dichiarato però di non possedere le chiavi di casa. Interrogata dal gip Gustavo Danise, assistita dall'avvocato di fiducia Fortunato De Felice, la donna si è professata innocente, dichiarando di non aver mai saputo nulla di quelle armi da fuoco. Lo stesso giudice, al termine dell'udienza di convalida, ha riconosciuto che non vi fosse alcuna prova certa "oltre ogni ragionevole dubbio" sull'addebitabilità di quelle armi alla donna. Al contrario, la stessa ha spiegato di avere lei le chiavi della casa, ma di non aver mai consentito a terzi di poter accedere al suo interno. Con una serie di fotografie, tuttavia, il difensore ha evidenziato come il casolare fosse accessibile a tutti. Più probabile per il gip, che l'accessibilità facile al locale abbia spinto i possessori di quelle armi da fuoco a depositarle al suo interno. 

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