Estorsioni a negozi di Sant'Egidio, le prime condanne per alcuni indagati
La Cassazione nel 2021 e di recente ha reso definitive le condanne per due degli episodi ricostruiti dalla Dda nel recente blitz a Sant'Egidio, contro il clan "Quelli di San Lorenzo"
Bomba a un negozio di abbigliamento a Sant’Egidio del Monte Albino: la Cassazione rigetta il ricorso di R.M. e inammissibile quello di G.A. , condannando entrambi alla pena già decisa in appello, ridotta rispetto al primo grado. I due sono coinvolti nell'ultimo blitz della Dda sul clan "Quelli di San Lorenzo", basato su uno spaccio di droga, furti, rapine ed estorsioni.
Le accuse
Entrambi rispondevano di detenzione e porto in luogo pubblico di materiale esplosivo, lesioni personali, danneggiamento, e solo M. anche per i reati di estorsione e falso. La vicenda si riferisce alla bomba esplosa, il 26 aprile del 2018, davanti al maxi-store di abbigliamento a Sant’Egidio del Monte Albino, distruggendone la vetrina. La struttura commerciale era finita nel mirino dei tre attentatori. Il lavoro dei carabinieri portò all'analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona per individuare presenze nell’intervallo in cui è stato piazzato l’ordigno, rudimentale per fabbricazione ma potente a sufficienza per danneggiare l’obiettivo. L'indagine ha svelato nuovi dettagli dell'episodio, così come di un precedente, per il quale G.A. era stato già condannato in via definitiva nel 2021. In questo caso, aveva tentato di far esplodere un ordigno contro l'ingresso di un negozio di vendita di moto, sempre a Sant'Egidio.