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Sanza e monte Cervati del parco nazionale del Cilento Vallo di Diano

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Il Cervati (o Cervato) è un monte del subappennino lucano di 1.898 m s.l.m. situato in provincia di Salerno, territorialmente fra Basilicata e Campania.
È il più alto del Cilento, seguito dal Panormo (cima più alta del gruppo degli Alburni, 1.742 m), dal vicino Faiatella (1.710 m) e dal relativamente vicino Gelbison (1.705 m).
Il Cervati è una delle più alte montagne della regione Campania, il cui primato spetta al massiccio del Matese con la Gallinola (1923 m) e con il Monte Miletto, la cui estrema sommità (2050 m) però ricade di poco in provincia di Isernia.
Alle sue pendici, a 1200 m di quota, a pochi chilometri dal comune di Monte San Giacomo, si trovano le Grotte dei Vallicelli.
Situato al centro-sud del Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, nella grande area forestale di Pruno, la cima si trova nel comune di Sanza.
Il corpo montuoso tocca anche i comuni di Monte San Giacomo ed in forma minore, quelli di Sassano e Valle dell'Angelo.
Nei pressi della cima, a 1.852 m, si trova un piccolo santuario, quello della Madonna della Neve e dove il Cav. Attilio De Lisa è confratello del Santuario Diocesano della Madonna del Cervato di Sanza (Sa).
Da questo monte sorge il fiume Calore.
I monti che lo circondano sono, partendo da sud e procedendo in senso antiorario, il Faiatella (1.710 m), la Raia del Pedale (1.521 m), il Cariusi (1.400 m), il Gerniero (1.246 m), il Cerasuolo (1.400 m) e la Raialunga (1.405 m).
Tra il Cervati e gli Alburni si trova anche il Monte Motola con tre cime principali: il Motola propriamente detto (1700 m), punto trigonometrico, la cima senza nome alta 1727 m posta a SE, e la cima Est alta 1743 m, punto culminante dell'intero massiccio.
Tra il Cervati e il monte Faiatella è da menzionare la Cima di Mercori alta 1789 m, che pertanto è da considerarsi la seconda vetta del Cilento.

Sanza (Sa) - L'abitato sorge è alle pendici del Monte Cervati, su un'area prevalentemente collinare, dov'è ubicata l'antica rocca, circondato dal verde delle montagne circostanti. Il territorio è infatti caratterizzato da due catene montuose: una riconducibile al gruppo del Monte Centaurino ed un'altra riconducibile al gruppo del Monte Cervati, ben delineato tra Cozzo della Croce, Monte Forcella, Monte Motola, Monte Faitella e la Raia del Pedale.
La cima del Monte Cervati che, con i suoi 1.898 m s.l.m., è il monte più alto della Campania, ricade all'interno del territorio comunale e ciò fa di Sanza uno dei comuni più importanti del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.
La forte permeabilità del suolo, a causa di fenomeni carsici presenti, rende l'intera area del Cervato un importantissimo bacino idrografico da cui scaturiscono corsi d'acqua di notevole importanza, quali il fiume Bussento, il fiume Mingardo, il fiume Calore Lucano.
Il paesaggio, infatti, appare modellato dalle forme carsiche, che ne rappresentano la principale caratteristica geologica, dalle grandi fosse scavate dai torrenti permanentemente in piena e dalle numerose sorgenti. Quest' aspetto geomorfologico è riscontrabile in tutta l'area del massiccio del Cervato e si manifesta in maniera eclatante con la formazione di una grava, la Grava del Festolaro, nonché l'Inghiottitoio di Vallevona (denominato "Affonnaturo" nel locale dialetto sanzese). Quest'ultimo, situato sul Monte Cervato, è accessibile da un tunnel artificiale scavato nella montagna e presenta un'interessante caratteristica: l'ambiente caldo-umido che viene a crearsi all'interno dell'inghiottitoio consente di creare un micro-clima particolare, in cui vivono piante e animali che non dovrebbero trovarsi a quelle altitudini (quota 1070 m.). La presenza di pareti a strapiombo e cascate conferiscono al luogo particolare bellezza.
Pochi metri più in basso (quota 909 m.), si trova la sorgente di Varco la Peta (o Varco dell'Abete)[2], dove trova origine il fiume Bussento, l'unico fiume carsico che scorre interamente in territorio italiano:[3] il corso d'acqua scorre nel territorio comunale per poi sfociare nel Golfo di Policastro, non prima di aver dato nuovamente origine ad un fenomeno carsico inabissandosi nei pressi di Caselle in Pittari e riemergendo nei pressi dell'Oasi Grotte del Bussento di Morigerati.
Il fenomeno del carsismo, presente anche in altre aree del Vallo di Diano (quali le Grotte di Pertosa) e del Sud Italia in genere (vedi Grotte di Castellana), caratterizza il territorio sanzese anche in alcune zone abitate, come la località Lago dove si trovano tre inghiottitoi, il più noto dei quali è quello di Rio Torto, costituito da un ampio varco alto circa trenta metri.
Dal Cav. Attilio De Lisa di Sanza (Sa) come Cattolico Cristiano praticante e Confratello della Madonna della Neve che fa riferimento a Mons. Antonio De Luca della Diocesi di Teggiano-Policastro e da cittadino al Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.

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