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Cronaca Sarno

Anziani addormentati e razzia di giocattoli: i retroscena dietro la "gang" di Sarno

Non solo episodi di spaccio, numerosi anche nei comuni limitrofi, ma anche furti consumati in abitazione e attività commerciali. In un caso, un anziano fu addormentato con un sonnifero, poi derubato di soldi e oggetti preziosi in casa

L'organizzazione smantellata dalla Procura Antimafia impegnata a gestire un grosso sistema di spaccio a Sarno, si estendeva anche nei paesi limitrofi. La Mobile in varie informative ha annotato decine di episodi, poi trasformati in contestazioni, legati a cessioni di cocaina e crack a San Valentino Torio, Scafati, Angri e Striano. Dal 2013 ad oggi, con gli indagati che si coordinavano tra loro, alternando ruoli e compiti a seconda delle occasioni. G.M. si occupava dell'hashish, mettendo a disposizione la propria abitazione per organizzare incontri; L.C. invece, gestiva la cocaina, insieme alla compagna-complice Y.E. e la collaborazione di altri due degli attuali indagati. Chi forniva la droga erano invece i marocchini Y. , E. e A. Spesso la coppia lavorava in casa o per strada, con una Smart utilizzata per le consegne. Poi c'era chi si occupava di tagliare la sostanza stupefacente e chi, invece, gestiva il circolo "Papillon" per la logistica. Per alcuni degli indagati ci sono anche quindici contestazioni, con i luoghi di spaccio individuati in via Matteotti, presso i bar, lo stesso circolo e il parcheggio del Ragioneria Guido Dorso in via Roma. La Mobile è riuscita ad intercettare le partite di droga che giungevano direttamente dal Marocco, destinate alle piazze dell'Agro nocerino e del Vesuviano. Da lì l'avvio delle indagini, con pedinamenti ed intercettazioni telefoniche ed ambientali.  

Ma non c'era solo la droga ad interessare alcuni degli indagati. C'erano pure i furti, oltre ad un tentativo di estorsione. Giocattoli e utensili per i bambini: questa la tipologia di merce che la Dda annota come provento di furto il 6 gennaio 2014, quando quattro persone fingendo di chiedere informazioni su di una carrozzina in un negozio, fanno razzia di giocattoli, tra i quali una pistola a pallini. L'oggetto viene sradicato dalla confezione, poi la fuga, con la denuncia del titolare dell'attività commerciale. Il secondo colpo invece avviene nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2014: in quell'occasione vengono asportati uno scivolo e un'altalena da un giardino e caricati su di una Smart in dotazione al gruppo. Il terzo colpo fu tuttavia quello più brutale. E avvenne a danno di un anziano signore, noto come "Zio Giovanni", stordito con un sonnifero inserito in una bevanda. Quando l'uomo perse coscenza, il gruppo gli rubò dei piatti di porcellana che poi venderà alla nonna dell'amica e indagata Y.E. , 7000 euro in contanti e biancheria varia. Tentando, senza riuscirci, di aprire anche la cassaforte. L'anziano, per quanto ingerito quella sera, restò cinque giorni in ospedale. Infine l'episodio di tentata estorsione, a danno di un parente di uno degli indagati. La questione era riconducibile ad un credito derivante da una pendenza di una pratica di divisione di un terreno agricolo, cointestato al padre defunto della vittima. La cifra si aggirava intorno ai 15mila euro. Era il 31 dicembre 2013, quando il gruppo con due latte di benzina diede fuoco ad un capannone per meglio sottolineare il proposito estorsivo. Le fiamme danneggiarono cassette di plastica, attrezzi vari, suppellettili, tetto ed infissi. L'estorsione tuttavia non riuscì

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