Scafati, sotto processo per assenteismo ma era autorizzato: assolto dipendente
Decisiva, a riguardo, la testimonianza della dirigente comunale, che aveva ricordato le autorizzazioni ad allontanarsi dal posto di lavoro per incontrare un dirigente per degli appalti di pulizia
È stato assolto con formula piena al termine del primo grado di giudizio lo scafatese G.A. , 63enne dipendente comunale finito sotto accusa nell’inchiesta sui furbetti del cartellino a Palazzo Mayer, sede del Comune di Scafati. L’imputato, difeso dall’avvocato Cristian Matrone, ha ottenuto l'assoluzione dal giudice del tribunale di Nocera Inferiore al termine del dibattimento. Decisiva, a riguardo, la testimonianza della dirigente comunale, che aveva ricordato le autorizzazioni ad allontanarsi dal posto di lavoro per incontrare un dirigente per degli appalti di pulizia, con le contestate circostanze di reato in realtà rientranti in pieno nelle mansioni lavorative.
Le accuse
Stando all'impianto accusatorio originario, il dipendente aveva marcato il suo badge in orari regolamentari, per poi allontanarsi dal luogo di svolgimento del lavoro in maniera arbitraria, «inducendo in errore i funzionari comunali sulla sua effettiva presenza in ufficio, ai fini della quantificazione dello stipendio e delle altre indennità accessorie, procurandosi così l’ingiusto profitto della retribuzione del periodo in cui si era arbitrariamente assentato con pari danno per l’ente comunale». Questo secondo l'imputazione della Procura di Nocera Inferiore. A seguire, un prospetto che documentava e riportava le assenze nel periodo compreso tra il 14 e il 27 aprile 2016. Dopo la sospensione disposta dal gip sulla base dell’attività investigativa della Guardia di Finanza, lo stesso giudice aveva ordinato il suo reintegro di nuovo al lavoro. Nell'arringa della difesa, è stato sottolineato il buco investigativo, con mancanza di approfondimenti sul caso, per dare riscontro alle contestazioni legate ad un allontanamento dal lavoro in maniera arbitraria. Erano diversi i casi emersi di dipendenti, nell’operazione scattata nel 2016, raggiunti da sospensione, con procedimenti penali scorporati e andati avanti in modo separato con l'accusa di truffa ai danni dello Stato.