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Cronaca Scafati

Estorsione aggravata, condanna definitiva per un giovane di Scafati

La pena era stata di 6 anni e 2 mesi. La Cassazione ha respinto il suo ricorso, perchè proposto personalmente dall'imputato

Ricorso respinto e condanna confermata dalla Cassazione per un 29enne di Scafati, condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, consumata a Scafati tra l'ottobre ed il dicembre del 2017. La pena era stata di 6 anni e 2 mesi. 

Il ricorso

Il ricorso in Cassazione individuava una presunta violazione di legge e un possibile vizio di motivazione, perché «a fronte dell'obbligo del giudice di motivare i provvedimenti giurisdizionali dando conto del procedimento logico che ha condotto alla decisione, la sentenza della Corte di appello di Salerno risulta a suo avviso superficiale adagiandosi sulla confessione intervenuta per alcuni dei fatti», senza esaminare altri rilievi difensivi. Inoltre, il ricorso metteva in discussione la conta della pena e il suo calcolo, individuando «violazione di legge e omessa motivazione con riferimento al diniego delle attenuanti generiche, senza il riconoscimento in sede di valutazione e senza alcuna motivazione, pur avendo dato atto della giovane età e della incensuratezza dell'imputato, ai fini della mitigazione della pena senza, peraltro, alcuna ulteriore precisazione». Il ricorso è stato ritenuto inammissibile. Lo scafatese, infatti, non poteva farlo perché la legge «esclude la facoltà dell'imputato di proporre personalmente ricorso per Cassazione che, a pena di inammissibilità, deve essere in ogni caso sottoscritto da un difensore iscritto nell'albo speciale della difensori abilitati a patrocinare di fronte alla Corte di Cassazione, non essendo a tal fine sufficiente l'autentica della sottoscrizione del ricorso da parte del difensore». 

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