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Cronaca Scafati

Scafati, la gang dei furti organizzati sui social: arrivano le prime ammissioni

Si sono difesi ammettendo gli addebiti i promotori del gruppo de “Gli sfiammati”, finiti al centro di un’inchiesta concentrata su furto e smercio di autovetture rubate, tra Agro nocerino e hinterland vesuviano con epicentro a Scafati

Si sono difesi ammettendo gli addebiti i promotori del gruppo de “Gli sfiammati”, finiti al centro di un’inchiesta concentrata su furto e smercio di autovetture rubate, tra Agro nocerino e hinterland vesuviano con epicentro a Scafati.

Gli interrogatori

Davanti al Gip del Tribunale di Nocera Inferiore, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, la linea difensiva dei promotori G.I. , F.V. e D.C. , tutti e tre finiti in carcere, ha fornito ammissioni rispetto ai singoli episodi contestati. Ammissioni sono state rese anche da un quarto indagato, mentre un quinto ha preferito non rispondere, chiudendo il conto dei cinque finiti in carcere. Tra i destinatari di custodia agli arresti domiciliari c’è G.D.D. , il quale ha spiegato solo di aver fornito auto, ma di non sapere per cosa servisseroStessa tesi per R.A. Gli atti d’indagine dei carabinieri ricostruiscono centinaia di colpi eseguiti, con il coordinamento svolto in riunioni reali e via Whatsapp, regolamentando modalità, contatti e direttive secondo ruoli ben precisi. L’attività investigativa è stata avviata con l’acquisizione di dati da due telefoni cellulari, ricostruendo le azioni dell’organizzazione, con accuse di associazione a delinquere a partire dall’ottobre 2019 da un inseguimento nel corso di un furto: in quell’occasione gli uomini della tenenza carabinieri di Scafati hanno sequestrato i due telefoni avviando il lavoro, con l’attività della procura coordinata dal pm Angelo Rubano con la supervisione del procuratore capo Antonio Centore. Nelle memorie dei cellulari sequestrati comparivano i protagonisti dell’indagine, con fotografie prima, durante e dopo i reati, documentando passo per passo le azioni illecite. Le accuse ipotizzano l’esistenza di un’associazione a delinquere vera e propria, con 18 indagati.

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