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Cronaca Scafati

Scafati, assolto dall'accusa di omicidio ma è ancora in carcere da settimane

Era stato assolto dall’accusa di omicidio volontario perché incapace di intendere e di volere. Ma da 15 giorni è ancora rinchiuso in carcere, a Poggioreale perchè mancherebbe un documento

Era stato assolto dall’accusa di omicidio volontario perché incapace di intendere e di volere. Ma da 15 giorni è ancora rinchiuso in carcere, a Poggioreale perchè mancherebbe un documento. Interpellati sulla circostanza, hanno mostrato perplessità anche i suoi legali difensori, gli avvocati Vincenzo Desiderio e Gianpaolo Salvato. Per capire i contorni della vicenda bisogna tornare al 24 ottobre scorso, quando la Corte d’Assise d’Appello di Salerno aveva assolto Pasquale Balzano dall’accusa di omicidio volontario. L’uomo aveva ucciso con più di 30 colpi di forbici il suo amico e socio Giuseppe Desiderio. In primo grado era stato condannato a 20 anni, ma poi una nuova perizia disposta dal tribunale, aveva accertato la sua incapacità di intendere e di volere durante i fatti.  La sentenza della Corte, tuttavia, prevede di solito l’automatica scarcerazione dalla casa circondariale dove è detenuto il 56enne, per un successivo trasferimento verso un centro di cura.

Lo stesso tribunale, infatti, nell’assolverlo aveva indicato in almeno 10 anni il periodo che Balzano dovrà trascorrere in un centro R.e.m.s. (struttura riabilitativa per malati psichiatrici). La struttura deve essere individuata dal Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Ma tutto questo, a quindici giorni dalla sentenza, non è ancora avvenuto. La perizia che aveva portato il tribunale a disporre sentenza di assoluzione parlò, per il 56enne, di una patologia «tale da condizionare scivolamenti psicotici acuti in grado di far scemare fino ad annullarla la capacità di intendere e di volere». Desiderio fu colpito con violenza dopo un banale litigio, poi chiuso nel cofano dell’auto. Le indagini all’epoca appurarono che da tempo Balzano fosse sotto cura farmacologica. Una cura che pare avesse tuttavia interrotto da qualche giorno. Il corpo della vittima fu trovato dalla compagna, che allertò poi i carabinieri. I militari della tenenza scafatese arrestarono l’uomo a Pompei, in casa di un amico, dove si era rifugiato. I due lavoravano nel settore del commercio di prodotti ortofrutticoli.

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