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Cronaca Scafati

Scafati, per la Cassazione Ridosso resta in carcere: "I pentiti sono credibili"

La Cassazione riconosce il ruolo di Gennaro Ridosso in quell'organizzazione criminale che a Scafati si muoveva a botte di estorsioni a cavallo dell'hinterland vesuviano. Respinto dunque il ricorso avverso alla decisione del Riesame

La Cassazione riconosce il ruolo di Gennaro Ridosso in quell'organizzazione criminale che a Scafati si muoveva a botte di estorsioni a cavallo dell'hinterland vesuviano. Lo hanno confermato i giudici della Sezione Sezione della Corte di Cassazione, respingendo il ricorso presentato dal legale difensore, avverso alla decisione del Riesame sul carcere per il 34enne scafatese coinvolto nel blitz dello scorso dicembre. Secondo i giudici, le dichiarazioni del pentito e collaboratore Alfonso Loreto su Ridosso "trovano riscontri nei fatti, quanto meno nel loro nucleo essenziale, e sono corroborate dai riscontri di polizia giudiziaria, dalle dichiarazioni di Pasquale Loreto e da quelle delle vittime di volta in volta sentite". E seppur padre e figlio (Alfonso e Pasquale Loreto) avessero interrotto i rapporti, tale circostanza diventa maggiormente determinante quando si parla di Gennaro Ridosso, poichè le "dichiarazioni" dei due sul 34enne "si riscontrano reciprocamente. Esse infatti non possono costituire oggetto di alcuna preventiva concertazione: ragione per la quale esse possono costituire una valida piattaforma probatoria all'esistenza dei reati ed alla chiamata in correità". La pronuncia degli ermellini conferma dunque la misura del Riesame, che a gennaio scorso aveva convalidato la misura in carcere per Ridosso jr. , che rispondeva a titolo di concorso morale nell'imposizione ad una ditta del servizio di pulizie

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