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Cronaca Scafati

Giovane rapper si suicida in carcere, ipotesi di "falso" nell'indagine per due funzionari

C'è un'indagine per ipotesi di reato quale falso a carico di due dirigenti del carcere di Salerno-Fuorni. La Procura ha chiesto già l'archiviazione per l’iniziale ipotesi di istigazione al suicidio.

Suicidio in carcere del giovane rapper Giovanni Cirillo, c'è un'indagine per ipotesi di reato quale falso a carico di due dirigenti del carcere di Salerno-Fuorni. La Procura ha chiesto già l'archiviazione per l’iniziale ipotesi di istigazione al suicidio.

L'indagine

Nel mirino della Procura ci sono degli atti con potenziali alterazioni che sarebbero successive ai fatti, utili a "sistemare" dal punto di vista documentale, in attesa di riscontro e verifica da parte del pm. In precedenza il lavoro d’inchiesta era partito con l’ipotesi di una istigazione al suicidio, smentita dai fatti e non riscontrata, con il continuo approfondimento chiesto dai familiari del ragazzo, tra richieste di accesso agli atti e approfondimenti: il giovane rapper, in arte Johnny, morto sucida nel carcere di Salerno nel mese di luglio 2020, era detenuto per una serie di evasioni seguite all’imposizione della misura domiciliare, collegata ad una rapina commessa a gennaio dello stesso anno. Dopo la morte, la Procura aveva aperto il fascicolo e presentato la richiesta di archiviazione del caso. Il 23enne di origini somale, adottato da una famiglia di Scafati, era stato arrestato per una rapina ai danni di una farmacia, con scarcerazione e restrizione domiciliare, violazioni ripetute, con la famiglia impegnata nella battaglia per far emergere motivi ed eventuali omissioni nella struttura circondariale. Secondo gli elementi raccolti nelle fasi successive alla morte, Cirillo avrebbe chiesto aiuto più volte durante la reclusione: a gennaio del 2020 Johnny aveva eseguito un blitz in una farmacia di Scafati, seguiti da una condanna a quattro anni. Il giovane si tolse la vita nella mattinata del 26 luglio 2020. Nel corso della detenzione mostrò segnali critici per la sua condizione, con dei colloqui con lo psicologo disposti dalla direzione. Le indagini sul suicidio furono affidate agli uomini della Squadra mobile.

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