rotate-mobile
Cronaca Scala

Un carico d'oro precipitato su Scala: la tragica storia del Bristol 170 svedese

A raccontarci la storia di quel tragico incidente, avvenuto pochi mesi dopo la II Guerra Mondiale che è costato la vita a 21 persone, è stato lo storico Massimo La Rocca

Un aeroplano svedese carico di lingotti si abbatte sui monti a ridosso di un piccolo borgo pochi mesi dopo la conclusione della II Guerra Mondiale: sembra la trama di un film ma è la realtà di quanto successe a Scala, in Costiera Amalfitana, nel 1947. A raccontarcelo è Massimo La Rocca che racconta di quanto successo in quel periodo nel salernitano. Per comprendere bene le dinamiche della vicenda, La Rocca, spiega di come qull'aereo svedese sia partito da Addis Abeba carico di lingotti d'oro con i quali il governo etiope aveva pagato quello svedese per l'acquisto di una flotta di aerei da caccia Saab B17.

Il trasferimento dei primi 16 aerei venne in atto da avieri che costituivano l’élite dell’Aeronautica svedese che, arrivati nella capitale etiope, caricarono i lingotti, dipinti per non dare nell'occhio, sull'areo da trasporto Bristol 170 Freighter. Complessivamente sull'aereo salirono 25 persone, i 21 avieri svedesi e 4 membri dell'equipaggio. "Dopo varie tappe africane per rifornimento di carburante, pranzo, pernottamento, l’Aereo entrò nello spazio aereo italiano - spiega La Rocca - Vi fu quindi la tappa all’Aeroporto di Catania, poi fu effettuato il sorvolo dello Stretto di Messina, ma, all’altezza dell’isola di Stromboli, ci fu la decisione che indirizzò fatalmente il destino dell’Aereo: il comandante e pilota civile Nils Gunnar Werner, prima di andare a dormire sul retro del Velivolo, cedette i comandi di questo al pilota Bo Menotti, con le istruzioni di procedere direttamente verso Roma sorvolando il Tirreno. Per ragioni mai del tutto chiarite, perché i morti non parlano, il Bristol dopo Stromboli effettuò una deviazione di 90 gradi rispetto alla rotta prestabilita, dirigendosi verso la costa del Golfo di Policastro; l’intenzione di chi aveva deciso il cambiamento di rotta, forse a causa del peggioramento del tempo, era probabilmente quella di raggiungere Roma seguendo la linea costiera. L’Aereo passò davanti a Palinuro, poi davanti a tutto il litorale cilentano fino all’isolotto di Licosa, porta meridionale del Golfo di Salerno; mentre nuvole nere squarciate dai lampi avanzavano dal mare aperto, verso la Costa salernitana bagnata dalla pioggia e verso le cime dei monti della Penisola Amalfitana avvolti nella nebbia, il grosso Velivolo stava tagliando in 2 il Golfo nella direzione sudest-nordovest. D’improvviso, alle 16.31 del 18 novembre, la tragedia, l’Aereo si fracassa contro le pareti del Monte Carro che sovrasta Scala, si rompe in 3 pezzi, in 20 muoiono sul colpo: si è appena verificato quello che risulta ancora oggi il più grave disastro nella Storia dell’Aviazione militare svedese".

La Rocca spiega, poi, come i primi a giungere sul luogo dell'impatto siano stati 4 pastori, uno dei quali si diresse immediatemente in paese per dare l'allarme. In breve tempo quasi tutti gli abitanti di Scala erano sul Monte a offrire il loro aiuto ai feriti, e per portare, all’alba del giorno dopo, i morti a valle su barelle di fortuna fatte di legno, nonché di pelli di leopardo e zebra acquistate dagli Svedesi in Africa. Alla sciagura sopravvissero solo in 4, Werner e 3 ufficiali dell'Aeronautica Militare. "Non un lingotto d’oro - continua La Rocca - non un effetto personale degli Svedesi andò rubato, a differenza di quanto s’era verificato il 27 ottobre in Grecia, dove un Aereo svedese caduto, con 44 civili a bordo, fu vittima di uno sconcertante sciacallaggio da parte della gente del luogo. Per il commovente aiuto prestato dalla popolazione, grande esempio di italica civiltà, il Governo svedese deciderà per una ricca donazione a favore di un Orfanotrofio locale" conclude.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un carico d'oro precipitato su Scala: la tragica storia del Bristol 170 svedese

SalernoToday è in caricamento