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Cronaca

La procura chiede il giudizio immediato per Scarano

L'udienza, fissata per il 3 dicembre, partirà dalle dichiarazioni rese dal prelato durante l'interrogatorio del 24 luglio scorso in cui Scarano fa luce sui rapporti tra l'Apsa e lo Ior, potente banca Vaticana

La procura ha chiesto il giudizio immediato per monsignor Scarano, per l'operatore finanziario Giovanni Carenzio e per lo 007. L'udienza, fissata per il 3 dicembre, partirà dalle dichiarazioni rese dal prelato durante l'interrogatorio del 24 luglio scorso in cui Scarano fa luce sui rapporti tra l'Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica) e lo Ior, potente banca Vaticana.

Il monsignore parte dalle competenze dell'Apsa: "Non dovrebbe essere una banca, ma tante volte ha fatto operazioni bancarie appoggiandosi su altri istituti. Avevo notato che si faceva questo tipo di lavoro bancario e ovviamente questo mio disappunto non fu approvato all'epoca dai miei superiori, in particolare dal dottor Giorgio Stoppa, il quale guardava molto male la mia presenza nell'amministrazione perché non avrebbe mai voluto la presenza del prete perché il prete era una persona scomoda. Compravamo azioni - aggiunge Scarano - obbligazioni, titoli. L'Apsa era cliente dello Ior, aveva un conto che serviva per i mandati interni. Aveva un patrimonio liquido, credo, di 6/700 milioni di euro, ma forse anche di più. Soldi che giravano e andavano in giro per il mondo dove i nostri superiori andavano poi a vedere la gestione, andavano tre o quattro volte l'anno".

Infine sull'esistenza di una sorta di concorrenza tra Apsa e Ior, Scarano afferma che ai clienti laici venivano offerti tassi più vantaggiosi rispetto alla banca vaticana e conclude: "I clienti, il più delle volte, avevano conti cifrati con delle lettere".

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