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Cronaca Pagani

Scontri Paganese-Casertana: danni anche ad un'abitazione, la denuncia di Borrelli

Intanto Taroni, presidente dell'Andes: "Occorre premiare club e sostenitori che promuovono la convivenza nello stesso settore delle tifoserie delle due squadre in campo e serve anche rivisitare la gestione della totale separazione tra tifoserie"

Ha causato anche altri danni, l'incendio che ha distrutto il pullman dei supporters della Casertana, a Pagani, a pochi passi dallo stadio in cui si è disputata la partita tra le due squadre di serie D. Negli scontri tra i tifosi del derby allo stadio “Torre”, sono stati danneggiati anche un edificio e le relative abitazioni interne, come denunciato dal deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, “Questa è casa mia a Pagani (vedi foto in alto ndr) dove hanno incendiato il pullman dei tifosi casertani. Chi mi pagherà i danni? Sono rimasta al momento senza casa e con un balcone che sta cedendo, senza corrente, senza caldaia, senza gas, tutto saltato”, ha raccontato una donna, residente nell’area dove sono avvenuti gli scontri.

Il commento di Borrelli

“Sono anni che il calcio ed il tifo si sono trasformati in qualcosa che non è più sport e passione e dove pseudo-tifosi usano le partite come scusanti per dare sfogo ai propri barbari istinti e a violenze inaudite. Tutto ciò deve essere fermato. Che si applichino con rigore le leggi preesistenti e si studino nuovi protocolli e nuove misure più severe. Per certi soggetti non basta più il Daspo, occorre il carcere”.
 

Parla Ferruccio Taroni, presidente dell’Andes, l’Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza

“Serve un nuovo approccio alla gestione degli eventi, anche di tipo sociale”. Così Ferruccio Taroni, presidente dell’Andes, l’Associazione Nazionale Delegati alla Sicurezza, che in tutta Italia conta oltre trentamila Delegati alla Gestione Evento e steward, interviene in merito agli scontri tra tifoserie registrati ieri in occasione del match tra Paganese e Casertana.  “Purtroppo registriamo un nuovo episodio di violenza in occasione di una partita di calcio. Partirà adesso la consueta caccia alle streghe, alla ricerca di un responsabile, perché le nostre coscienze hanno bisogno di un capro espiatorio. Nessun errore potrebbe essere più grande di trovare qualcuno a cui dare responsabilità dell'accaduto, senza risolvere però il problema alla radice. Il calcio da sempre è lo specchio dei disagi sociali nazionali e spesso li evidenzia in modo deciso, enfatizzandoli spesso proprio con gesti che gruppi di tifoserie compiono dentro e fuori dallo stadio”. 

La riflessione

“Sicuramente serve la giusta pena per chi ha messo in atto questi gesti delinquenziali, e allo stesso tempo serve una disamina dell'accaduto, per capire non tanto chi ha sbagliato, ma dove sia possibile migliorare nella gestione. Ma il vero cambiamento è un altro, e riguarda la socialità: la promozione di chi ha comportamenti corretti e agevolazioni per chi si comporta veramente da sportivo.

Occorre premiare club e sostenitori che promuovono la convivenza nello stesso settore delle tifoserie delle due squadre in campo e serve anche rivisitare la gestione della totale separazione tra tifoserie. Si parla molto di progetti sociali e spesso ci si limita a messaggi di contrarietà della società sportiva. Messaggi che servono ma che purtroppo non bastano: servono piani che portino risultati duraturi”.


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