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Cronaca Battipaglia

Querelle in chiesa a Battipaglia, alcuni fedeli contro il parroco De Maio

Il circolo "Voglio la mamma" per don Marcello: "Conoscendo la grande dedizione alla sua missione, ci addolora molto leggerne un ritratto che sembra dimenticare la notevole caratura culturale e morale della sua figura"

Scintille tra una parte dei fedeli ed il parroco nella Chiesa Maria SS. del Carmine di Battipaglia. Tutto è iniziato perchè non verrà più celebrata la messa delle 7.30 "perché non c’è più don Antonio Riccardi”, come spiegato da monsignor Marcello De Maio, ex vicario, sull'avviso. Ma i fedeli hanno risposto al parroco: "Perché dite le bugie, per giunta così grossolane? Non ricordate più che l’ottavo comandamento dice di non dire falsa testimonianza? Don Antonio Riccardi, vice parroco della nostra comunità parrocchiale, per Suo volere di parroco, non esplica più le sue funzioni dal 30 ottobre 2014. Perché don Gerardo, attuale vice parroco, che finora ha celebrato messa alle ore 7.30 sia nei giorni feriali che in quelli festivi, non può più dirla?".

In difesa del parroco De Maio, intanto, interviene il circolo "Voglio la mamma" di Salerno: "E’ sempre spiacevolmente triste leggere notizie che raccontano in negativo i sacerdoti, soprattutto in un momento in cui la Chiesa cattolica è particolarmente presa di mira. - si legge in una nota - Non entriamo nel merito della vicenda che in questi giorni sta coinvolgendo la comunità della parrocchia di Maria SS. del Carmine al rione Stella di Battipaglia perché non è questo  che ci sollecita ad intervenire, ma è il vivo desiderio di esprimere la nostra stima,  solidarietà e vicinanza al parroco, don Marcello De Maio, finito  sotto la dura lente di ingrandimento dell’opinabilità  pubblica ed anonima . Siamo tra i  tanti del laicato salernitano ai quali don Marcello ha trasmesso passione e formazione per la difesa della vita e della famiglia e se oggi  siamo uniti nel proclamare che le persone non sono cose, che i figli non si comprano,  che i deboli e i malati non si uccidono, lo dobbiamo anche a lui e ai suoi insegnamenti. - continuano - Conoscendo la grande dedizione alla sua missione, ci addolora molto leggerne un ritratto che sembra dimenticare la notevole caratura culturale  e morale della sua figura, cementata da una fede che si è sempre fatta carne viva al servizio incessante di Cristo e della sua chiesa. Di preti che, come don Marcello De Maio, si sono  impegnati, con coraggio e  lungimiranza,  nelle sfide culturali del nostro tempo senza timore di parlare di argomenti che non piacciono al mondo - e perciò troppo spesso taciuti dagli altari -  per fortuna ancora ce ne sono  e vanno custoditi affinchè la loro testimonianza sia esempio concreto per i  giovani sacerdoti e per tutta la comunità civile", concludono dal Circolo.

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