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Cronaca

Covid-19 tra i banchi: positività anche a Matierno, i docenti del Caccioppoli chiedono la DAD

Intanto, i Cobas scuola di Salerno, Napoli e Caserta puntano il dito contro l'atto di raccomandazione del Governatore Vincenzo De Luca che, secondo loro, avrebbe generato confusione nelle scuole

Continuano a susseguirsi a Salerno e in provincia, le comunicazioni di casi positivi a scuola. E' la volta dell'istituto comprensivo di Fratte-Matierno, dove da domani una classe sarà isolata a causa di un contagio. Intanto, a Scafati, i docenti del Liceo Caccioppoli esprimono in una lettera aperta il loro disagio per un programmato inizio delle lezioni in presenza nelle stesse condizioni del mese di novembre, senza che nulla sia stato fatto per migliorare le criticità allora rilevate. Il dirigente del Caccioppoli: "La lettera aperta dei docenti del Liceo esprime disagi e timori tutt'altro che infondati. In quanto preside raccolgo dubbi e insicurezze anche da parte degli altri attori del dialogo educativo. Genitori e studenti sono ansiosi di riprendere la didattica in presenza, ma anch'essi chiedono sicurezza e certezze, soprattutto per quanto avviene fuori della scuola. Su questo tema si sono espresse di recente le autorità della Regione Campania e speriamo in un controllo attento e puntuale".

La lettera dei docenti e da RSU- Caccioppoli


Proprio in questi momenti difficili noi docenti dovremmo poter "docere", mentre è sconfortante constatare che, nonostante tutto il nostro impegno e le energie profuse in Dad, per garantire ai nostri studenti diritto allo studio e conforto psicologico ed emotivo, si continui a valutare di fatto il nostro lavoro come inutile. Perchè così ci sentiamo percepiti noi insegnanti in epoca pandemica: inutili. Stiamo perdendo tempo e invece il nostro è un ruolo complesso, utile alla comunità. Siamo professionisti, ma non missionari, da inviare allo sbaraglio senza garanzie di sicurezza, senza  assistenza medica dedicata e senza una burocrazia snella e veloce, che ci permetta di non naufragare in quarantene multiple. E invece si ritorna, e si ritorna senza che nulla sia cambiato e, per di più, siamo al centro dell'attenzione, ma non per riguardo e interesse, ma come bersaglio di decisioni prese senza sapere cosa voglia dire "vivere la scuola". Ecco che sentiamo dire che le ore vanno recuperate il pomeriggio, anzi no, a giugno, mentre noi stiamo svolgendo il nostro orario di servizio completo e secondo normativa di legge. Ecco che, invece di investire sulle infrastrutture scolastiche e ridurre le classi "pollaio", ci propongono banchi futuristici, che Marinetti sarebbe stato felice di usare per correre o lanciare e non per stare fermo.

Ecco che ci sconvolgono l'orario di servizio, invece di potenziare e migliorare i trasporti per evitare gli assembramenti prima e dopo l'orario di lezione. Siamo in coda a tutto e a tutti, anche per i vaccini, nella convinzione che staremo zitti. È nostro dovere provvedere alle competenze e conoscenze dei nostri alunni, alla loro crescita culturale, ma non rientra nel nostro dovere sopperire alle carenze delle altre istituzioni e dello stato. Si pensa a proteggere dal contagio alunni e famiglie e si ipotizzano controlli solo per noi, forse perchè troppo costoso sarebbe estenderli a tutta la comunità scolastica, tanto poi tutto si ridurrà ad un'autocertificazione, che non garantisce nulla e nessuno, perchè i tamponi non ci sono o non sono sufficienti. Per troppo tempo abbiamo subito tagli e riforme disfunzionali. Ora è il momento di pensare alla scuola per la scuola e non per risparmiare. Non capiamo perchè ritornare in presenza sia ora preferibile alla Dad. Ritornare al 50/75% anche dal punto di vista didattico è peggio che tutti a distanza. Noi docenti vogliamo rientrare e fare lezione in presenza, ma non così. Le scuole non sono chiuse, ma vivono per gli studenti e con gli studenti.

I contrari

Intanto, i Cobas scuola di Salerno, Napoli e Caserta puntano il dito contro l'atto di raccomandazione del Governatore Vincenzo De Luca che, secondo loro, avrebbe generato confusione nelle scuole. "Non è un’ordinanza, è una raccomandazione, quindi non è vincolante  perché, alla luce di due sentenze del Tar che gli danno torto, il Presidente  non può imporre nulla ai dirigenti scolastici. - precisano i sindacalisti - Può solo avvelenare i pozzi e,  se   il DPCM del 14 gennaio 2021 prevede, per le scuole secondarie di secondo grado, che per il 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza, lui raccomanda invece che il 50% delle presenze debba essere predisposto  in ogni aula, generando il caos e tentando di sconvolgere  tutto quanto  i dirigenti scolastici hanno organizzato per il rientro secondo il DPCM del 14 gennaio. Poi s’ inventa la possibilità per i genitori  di scegliere se mandare o no i ragazzi a scuola e di optare per la dad, lasciando intendere che l’opzione sia possibile anche alle Primarie e alle Secondarie di primo grado". "E non basta: smentisce anche la decisione del tavolo prefettizio (a cui partecipa anche la Regione nella persona dell'assessora Fortini) che chiedeva l'ingresso scaglionato alle 8.00 e alle 10.00. - continuano i Cobas - Insomma, pur di rovesciare un provvedimento cautelare del TAR e di delegittimare  il senso di un DPCM,  prova a modificare l'ordinamento scolastico, butta a mare tutto il lavoro organizzativo fatto da Dirigenti scolastici e Consigli d'Istituto,  umilia la Scuola  trasformandola in un servizio a chiamata, alimenta la discordia tra famiglie e tra studenti, ingigantisce  la paura manipolando l’informazione e conclude con un  minaccioso richiamo alla responsabilità che scarica nuovamente sui Dirigenti scolastici".

L'appello dei Cobas ai dirigenti scolastici

Noi  esortiamo i Dirigenti scolastici ad attenersi alle sole fonti normative esistenti e a non modificare l’organizzazione del rientro a scuola previsto dal DPCM del 14 gennaio.

Che valore possono avere le raccomandazioni di un Presidente “non raccomandabile“ che si è autonominato difensore della salute pubblica dopo avere devastato la Sanità regionale e compromesso il diritto alla salute tagliando ospedali, reparti, fondi e personale, lo lasciamo al giudizio delle cittadine e dei cittadini della nostra Regione.

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