rotate-mobile
Cronaca Centro Storico

L'analisi delle urine ai tempi della Scuola Medica Salernitana

La prima analisi era visiva: si analizzava la quantità, il colore e la torbidezza. Dopo c'era l'analisi organolettica: l'urina andava assagiata, odorata e tastata per individuare la tipologia di malattia che affligeva il paziente

Una delle tecniche di diagnosi maggiormente utilizzate dai maestri della Scuola Medica Salernitana è stata l'analisi delle urine. Sin dal medioevo, infatti, i maestri salernitani disgnosticavano le malattie analizzando le urine dei pazienti. Uno dei massimi esperti in questa tecnica fu il maestro francese Egidio di Corbeil. Egidio venne dalla Francia per studiare le tecniche salernitane e ne divenne, ben presto, uno dei massimi esperti. Tornato in patria, infatti, scrisse il De Urinis, un trattato sulle urine che venne studiato fino al XVIII secolo nelle università di tutta Europa.

Il trattato

In questo trattato Egidio spiegava come effettuare una corretta diagnosi attraverso questo tipo di analisi. Prima di tutto l'urina andava raccolta al mattino nella Matula, una bottiglia dalla base sferica nel quale il liquido andava fatto riposare per un pò di tempo. La prima analisi era visiva: si analizzava la quantità ed il colore. Egidio, nel suo trattato, individuò 20 colori di urina. Dopo si analizzava la torbidezza della stessa: a seconda dello strato dove l'urina si intorbidiva, si poteva identificare la zona del corpo affetta dal morbo. Infine c'erano le analisi organolettiche: L'urina andava assaggiata, odorata e tastata. Attraverso questa tipologia di analisi, infatti, si potevano identificare alcune malattie, come il diabte, che andavano a modificare il sapore, l'odore e la consistenza dell'urina.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'analisi delle urine ai tempi della Scuola Medica Salernitana

SalernoToday è in caricamento