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Cronaca

Scuola in presenza, lezioni al parco e dubbi: i genitori attendono la decisione della Regione

La campanella è suonata per i piccoli alunni della scuola dell'infanzia e delle prime due classi della primaria "ma se avessi potuto - racconta una mamma - avrei evitato di lasciare mia figlia con finestra aperta in classe". Il coordinamento scuole aperte: "Lezioni in presenza"

"La scuola si fa a scuola: per noi è una necessità, un diritto, non solo uno slogan". Gianluca De Martino, uno dei componenti del Coordinamento Scuole Aperte che coinvolge genitori, docenti, alunni, si è trasferito stamattina a Largo Abate Conforti. In segno di pacifica protesta, ma senza perdere di vista il wi-fi per il collegamento con la propria classroom, venti alunni che frequentano scuole secondarie di secondo grado hanno deciso di seguire lezioni all'aperto, dotati di smartphone. Domani, invece, la protesta proseguirà a Largo Abate Conforti e altri ragazzi raggiungeranno anche il parco Galloppo, sempre in Dad.

L'obiettivo

"Tutti gli alunni hanno diritto di tornare a fare scuola in presenza, in sicurezza e con i dispositivi. Hanno il diritto di utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere il proprio Istituto scolastico. I fondi sono arrivati - dice De Martino - e non è possibile che in Regione Campania si temporeggi. Non ci sono stati e non ci sono focolai nelle scuole, i centri commerciali nei giorni feriali sono aperti. Nel rispetto, dunque, del dibattito democratico e delle opinioni differenti, siamo in attesa delle decisioni del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e cerchiamo in rosso, in agenda, la data del 18 gennaio, giorno di ripresa per il nuovo scaglione di studenti, auspicando poi che il cerchio venga chiuso definitivamente il 25 gennaio per tutti. Se dovesse esserci una nuova frenata, siamo pronti ad una pacifica mobilitazione, davanti agli Isituti Comprensivi della città".

Lo scenario

"Ricordiamo ancora una volta i tanti disagi sociali legati alla didattica a distanza che non può essere considerata una valida sostituzione della scuola in presenza - prosegue il Coordinamento Scuole Aperte - In una Regione già nota per un alto tasso di abbandono scolastico, tanti bambini e ragazzi quest’anno continuano ad avere disagi psicologici e formativi che, ormai in situazioni sociali e fragili, saranno irrecuperabili. E non dimentichiamoci di tanti alunni diversamente abili e/o autistici e con bisogni speciali che aspettano dal 16 ottobre soluzioni funzionali e inclusive e ingresso in presenza. Ci stanno pervenendo sempre più numerose le notizie di bambini e ragazzi che si rifiutano di fare dad perché stanchi e demotivati, in particolare gli studenti della prima secondaria di primo grado che hanno terminato lo scorso anno il ciclo della primaria in dad e stanno continuando l’anno scolastico in dad senza aver conosciuto bene  i nuovi docenti e compagni di classe".

C'è chi dice no

Non tutti hanno accolto favorevolmente il ritorno in classe dei propri bambini, iscritti alla scuola dell'infanzia o che frequentano le prime due classi della scuola primaria. Una mamma di Pontecagnano Faiano ha deciso di esprimere il proprio parere e ha autorizzato alla pubblicazione delle iniziali del suo nome e cognome. La signora M.T. ci racconta: "Ci sono molti genitori che non sono a favore della didattica in presenza, non ancora. Non hanno, però, possibilità di scegliere: si frequenta a malavoglia, le famiglie non sono pienamente convinte. Ho due figli. Il primo non può ancora frequentare. La seconda figlia frequenta la seconda elementare. Torna a casa con mani ghiacciate: trascorre le ore scolastiche nel banchetto con finestra aperta. E' una soluzione inevitabile, perché consente di far arieggiare continuamente l'aula. Ci sono sollecitazioni da parte del dirigente scolastico e dei docenti a far andare i bambini: sul piatto della bilancia vengono poste le linee guida nazionali e l'accumulo di ore di assenza. A Pontecagnano Faiano le lezioni in presenza sono cominciate già il 9 dicembre ma abbiamo temporeggiato all'inizio. Adesso, pur timorosi, siamo nella necessità di portarli a scuola pur ritenendo che non vi siano ancora le condizioni di sicurezza".

L'appello

Il ritorno in aula potrebbe essere ancora lontano per i ragazzi del "Regina Margherita" di Salerno. Pochi gli spazi a disposizione e senza una via di fuga all'esterno: "C'è una sola entrata che funziona anche come uscita per i 1300 studenti - spiega Michele Faiella, genitore e rappresentante negli organi collegiali della scuola -. Le istituzioni raccolgano il grido d'allarme della dirigente Nappi, l'Istituto non è nelle condizioni di ricevere tutti, anzi esistono ancora problemi di sicurezza soprattutto per quanto riguarda un esodo d'emergenza. Si potrebbero, da subito, utilizzare i locali lasciati liberi dal tribunale (lato ex piazza Malta) con l'acquisizione di ulteriori vie d'ingresso e uscita. Tutto questo però ancora non è nelle disponibilità dell'Istituto, nonostante il trasferimento, da tempo, del Tribunale nella nuova cittadella giudiziaria". L'appello di Michele Faiella "va al Sindaco e al presidente della Provincia di Salerno, ognuno per quanto di  competenza, affinché risolvano le problematiche della comunità scolastica dello storico magistrale Regina Margherita" .
 

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