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Cronaca

Appropriazione indebita di fondi provinciali: sequestro per oltre 6 milioni, nei guai dirigente e funzionari

Scoperti mandati di pagamento che facevano riferimento a causali giustificative per l’esecuzione di lavori pubblici totalmente inesistenti

Sequestro conservativo per oltre 6 milioni di euro a carico di tre persone che, all’epoca dei fatti contestati, ricoprivano uno il ruolo di dirigente e gli altri due di funzionario, del servizio bilancio e del settore finanziario della provincia di Salerno. Su disposizione della Procura Regionale per la Campania della Corte dei conti, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito il provvedimento, sequestrando esattamente 6.362.000 euro (tra somme di denaro e beni immobili), come disposto dal presidente della sezione giurisdizionale per la Campania su richiesta della Procura Regionale.

Il sistema

Gli accertamenti contabili svolti dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Salerno e diretti dai pubblici ministeri finanziari, Davide Vitale e Michele Ferrante, sono iniziati a seguito di precedenti indagini di polizia giudiziaria, nel cui ambito erano state accertate ipotesi delittuose circa una appropriazione indebita di fondi di pertinenza della Provincia di Salerno, posta in essere mediante la duplicazione di mandati di pagamento relativi a lavori appaltati, conclusi e già pagati, dunque attraverso la produzione di mandati di pagamento che facevano riferimento a causali giustificative per l’esecuzione di lavori pubblici totalmente inesistenti. Tali importi venivano liquidati, in denaro contante, da due dipendenti dell’istituto di credito in quel periodo incaricato dell’attività di tesoreria dell’ente provinciale, in favore di un imprenditore, il quale, a sua volta, procedeva ad una successiva suddivisione dei proventi illeciti tra i compartecipi all’accordo illegale. Sono emersi, oltre alle responsabilità a carico dei pubblici ufficiali, specifici addebiti mossi anche alla banca tesoriere, in considerazione del ruolo qualificato dei soggetti della propria organizzazione, i quali hanno, con lampante coscienza e volontà, reso possibile l’esborso di denaro. L’istituto di credito coinvolto sarà, quindi, chiamato rispondere in via sussidiaria anche dell’intero importo contestato. Il monitoraggio a tutela delle risorse pubbliche continue.
 

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