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Cronaca Fratte Calcedonia

Fonderie Pisano, Giordano :"Necessaria sinergia!"

Non si placano le polemiche relative alla presenza delle Fonderie Pisano in città: la parlamentare del Movimento 5 stelle, Silvia Giordano, infatti, ha ripercorso le ultime tappe dell'annosa questione

Non si placano le polemiche relative alla presenza delle Fonderie Pisano in città: la parlamentare del Movimento 5 stelle, Silvia Giordano, infatti, ha ripercorso le ultime tappe dell'annosa questione. "Sul caso Fonderie Pisano e sulla quantità di atti prodotti negli anni, si potrebbero scrivere numerosi libri - esordisce in una nota  - Contrariamente a quanto avviene per le chiacchiere, accade raramente di ascoltare qualcuno sui contenuti relativi ad indagini ed ispezioni all’interno della fabbrica. Eppure esistono atti pubblici che aspettano solo di essere letti dai legittimi proprietari: i cittadini".

"Vorrei ricordare che il 26 giugno del 2013, la sottoscritta, insieme ad altri deputati - continua la Giordano - ha sottoposto al Ministro della Salute una interrogazione con cui si poneva una semplice domanda: quali siano i dati in possesso del Ministro interrogato sulle patologie che hanno colpito i cittadini di Salerno e in particolare dei residenti nel quartiere Fratte, in relazione all’inquinamento da polveri sottili prodotto dalle Fonderie Pisano e quali iniziative di competenza intenda intraprendere, al fine di tutelare la salute dei suddetti cittadini. Ad oggi nessuno del Ministero si è degnato di dare un seguito alla domanda".

"Quindi il 9 ottobre ho inviato una email alla segreteria del Ministro con cui chiedevo un incontro che mettesse a colloquio una delegazione cittadina ed una rappresentanza Ministeriale. Anche in questo caso - incalza la parlamentare - nonostante le insistenti telefonate che continuano costantemente, non si riesce a smuovere il pachiderma sonnolente. Fortunatamente, intanto, a Salerno i cittadini sono ben intraprendenti e fanno sentire la loro voce. Ho avuto anche l’impressione che proprio dopo la riaccensione dei riflettori sul caso Fonderie Pisano, anche il primo cittadino ha deciso di pronunciare il suo diktat: il soggetto pubblico che deve certificare la regolarità delle emissioni, ovvero l’Arpac, sostiene che tali emissioni sono nella norma. Questo ci impedisce di fare qualsiasi altra cosa. A me sembra alquanto riduttivo che il primo cittadino, responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, se ne lavi le mani in maniera così semplice da lasciare basiti i cittadini che aspettano risposte, ma soprattutto azioni, da decenni".

"La curiosità - continua Silvia Giordano - mi ha spinto a cercare on line il Decreto Dirigenziale con cui la Regione Campania decretava il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Di tutto il documento regionale, trovo particolarmente interessante la parte in cui l’Ente vincola la sua autorizzazione al rispetto delle condizioni e prescrizioni riportate nello stesso documento che prevedono che tutti i controlli previsti dall’A.I.A. devono essere trasmessi alla regione Campania. A questo punto ho chiesto al Settore indicato se avesse ricevuto le risultanze dei controlli così come previsto dal Decreto Dirigenziale. L’amministrazione non ha tardato a fornirmi i risultati. Tra i documenti uno appare particolarmente interessante: il Report conclusivo Ispezione Ordinaria A.I.A. relativa alle attività svolte presso le Fonderie Pisano dall’Arpac".

Al capitolo 4 del documento si leggono le prescrizioni e le proposte migliorative che l’Arpac ritiene opportuno, nell’ottica del miglioramento delle performances ambientali e del rispetto di leggi e regolamenti, che l’azienda provveda ad effettuare: adeguare i punti di emissione, laddove necessario, adottare misure tecniche organizzative aggiuntive e migliorative in relazione alla problematica delle polveri emesse nelle fasi di gestione e utilizzo delle terre di formatura, minimizzandone la dispersione, adottare le misure tecniche ritenute utili al fine di evitare superamenti dei valori limite di riferimento per scarico in corpo idrico superficiale delle acque reflue provenienti dal dilavamento dei piazzali, effettuare pulizia della rete di raccolta delle acque del piazzale con adeguata frequenza, onde evitarne l’intasamento a causa di polveri e fanghi, effettuare la caratterizzazione dei rifiuti contraddistinti con CER 10 09 08 sia provenienti dalla fase di formatura, sia da quella di finitura, programmare ed eseguire interventi radicali e duraturi che conferiscano caratteristiche di impermeabilità ai piazzali, effettuare una più rigida qualificazione dei fornitori e un controllo qualità all’ingresso dei rottami ferrosi di minimizzare l’utilizzo di materiale frammisto ad impurità, annotare il carico dei rifiuti con una frequenza adeguata ai tempi di produzione".

"Alla luce di quanto esposto - continua - traggo una semplice conclusione abbastanza ovvia: se l’Arpac prescrive degli obblighi per le Fonderie evidentemente qualcosa che non va nel ciclo produttivo della fabbrica dovrà pur esserci. Il responsabile della salute dei cittadini dovrebbe almeno porsi queste domande, ma soprattutto dovrebbe conoscere il contenuto delle carte di cui ne ho dato descrizione solo in minima parte per ovvi motivi di spazio,  e rilasciare dichiarazioni maggiormente attinenti alla situazione attuale delle fonderie in relazione all’impatto sulla salute pubblica. Se qualcuno la smettesse di pensare che i portavoce a 5 stelle siano solo bravi a protestare - conclude la Giordano - forse potrebbe anche iniziare a capire che l’aiuto ad agire attraverso una sinergia di intenti possa  essere, probabilmente, il giusto meccanismo per iniziare a cambiare davvero le cose in questo Paese"

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