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Cronaca

Striscioni e iniziative contro Salvini, Salerno "stretta" attorno agli indagati

Numerosi, sui social, i messaggi a sostegno degli indagati: ecco anche i post di Avallone e Riviello, finiti nei guai, rispettivamente, per una manifestazione anti-salviniana e uno striscione in piazza

Salerno si stringe attorno agli indagati anti-salviniani. Per iniziare, innumerevoli, i messaggi di solidarietà per il ricercatore universitario dell'Università degli Studi di Salerno, Gennaro Avallone, accusato dalla Procura di aver preso parte, nel settembre del 2018, a una protesta pacifica, non autorizzata, contro la “passeggiata della legalità” organizzata dalla Lega a Salerno.

Parla il ricercatore

"La stampa ha dato notizia di un avviso di garanzia che mi riguarda con altre 11 persone per manifestazione non autorizzata durante la cosiddetta passeggiata per la legalità della Lega a Salerno. -ha scritto in un post su Facebook, Avallone -  Ciò che c'è da dire pubblicamente verrà detto collettivamente e poi ci sarà il percorso giudiziario formale. Qui mi fa piacere sul piano sentimentale ed emotivo riportare quanto pochi minuti fa ha scritto il mio fraterno amico, oltre che compagno di attività di ricerca sociale, Daouda Niang (presidente dell'Associazione senegalesi di Salerno): sì, ho qualche cosa da aggiungere. Dico che questa passeggiata non è né la sua prima né la sua ultima tra noi senegalesi o, meglio, tra tutte le persone che vivono ingiustizia. Lo conosciamo, è sempre vicino a noi nei momenti di difficoltà e di gioia. Hai la solidarietà della comunità straniera, particolarmente delle comunità senegalesi. Grazie! E, come dice lui (e dicevano le mie nonne) che Dio lo e ci benedica", ha concluso il ricercatore. Diversi docenti hanno chiesto una presa di posizione del Rettore Aurelio Tommasetti (candidato alle Europee con la Lega di Salvini ndr) in difesa di Avallone.

Intanto, Ennio Riviello, avvocato, indagato, insieme ad una seconda persona, per turbativa di campagna elettorale, (per lo striscione anti Salvini spuntato in piazza Portanova, durante il comizio del Ministro degli Interni ndr), ha affidato a Facebook il suo pensiero:

L’atto dovuto è stato compiuto. Il mio nome figura nel registro delle notizie di reato della Procura di Salerno. Il reato commesso non è rubricato e trova la sua collocazione del DPR 361 del 1957 all’art. 99.

Aver esposto uno striscione e averlo rimosso dopo l’arrivo della digos e prima dell’inizio del comizio è per la Questura di Salerno fatto perseguibile, anzi fatto da perseguire. Io sono convinto della bontà della mia azione e oggi più che mai sono convinto della necessità di quella azione. Dopo l’episodio del 6 maggio a Salerno che mi ha visto protagonista insieme a Giampietro Perruso, tutta Italia è stata invasa da striscioni e lenzuola. Tutta Italia in maniera spontanea, senza direttive ha deciso di portare in strada e poi sui social il proprio dissenso verso la politica dell’odio fondata sulla repressione, sulla menzogna e sulle fake news.

Un popolo che si unisce senza distinzioni per lottare contro il pericolo delle destre populiste, ipocrite e razziste. Un popolo che non ha padroni ma che allo stesso tempo spera di trovare interlocutori affidabili e in grado di disegnare per questo paese un futuro sicuro, più giusto ed equo e soprattutto senza PAURA!

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