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Cronaca

Tangenti e appalti per la metro a Milano, 13 arresti: nei guai due manager salernitani

Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata al compimento di plurimi reati contro la pubblica amministrazione e in particolare corruzione, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico

Tredici persone arrestate. Tutte legate da un'inchiesta su un presunto giro di tangenti e appalti truccati; indagine che si è concentrata sui lavori legati agli impianti di segnalamento e automazione della metro di Milano. Le misure cautelari - come riportano i colleghi di Milanotoday - sono state messe a segno all'alba di martedì 23 giugno quando i militari del nucleo di polizia economica finanziaria della guardia di finanza hanno eseguito un'ordinanza firmata dalla gip Lorenza Pasquinelli. Dodici persone sono state accompagnate in carcere, una è ai domiciliari. Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata al compimento di plurimi reati contro la pubblica amministrazione e in particolare corruzione, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. 

I manager salernitani

Tra le persone coinvolte nell'indagine ci sono ci sono anche due dirigenti salernitani. Si tratta di C.R, originario di Salerno ma residente in Toscana, e G.F, di Angri. Al primo sono stati concessi dal Gip gli arresti domiciliari, mentre al secondo è stata applicata la misura cautelare in carcere. Le indagini hanno riguardato in totale 30 persone fisiche e otto società. Gli investigatori hanno passato sotto la lente d'ingrandimento otto gare d'appalto per un importo complessivo di 150 milioni di euro.

L’inchiesta 

Secondo le indagini, il metodo seguito dall'associazione consisteva nell'offrire alle imprese interessate a partecipare alle gare d'appalto indette da Atm la consulenza del pubblico ufficiale, sotto forma di fornitura di materiale e informazioni privilegiate, trafugate dalla stazione appaltante, o garantendo la possibilità di sopralluoghi e riservati e perfino la supervisione e correzione delle bozze di offerta, fino all'indicazione precisa delle percentuali di ribasso da offrire ad Atm per battere le imprese concorrenti. Il tutto, sempre secondo gli investigatori, in cambio della promessa di versamenti in denaro, proporzionali al valore d'appalto e cadenzati mensilmente, e all'impegno da parte dell'impresa aggiudicataria di coinvolgere  nell'esecuzione delle opere, in qualità di subappaltatori, altre società con le quali il funzionario avrebbe concordato remunerazioni illecite. Fra ottobre 2018 e luglio 2019 sarebbero state registrate promesse e versamenti di denaro per oltre 125mila euro, oltre a diverse utilità quali prestazioni di servizi e benefit vari.

L'Atm

Ma dall’Atm precisano: "Atm sin da subito ha prestato la propria fattiva collaborazione alle Autorità inquirenti anche al fine di determinare al più presto gli elementi relativi alle responsabilità dei soggetti indagati e assumere tutti i conseguenti provvedimenti a riguardo — si legge in una nota — L’Azienda è del tutto estranea ai fatti contestati, attribuiti ai singoli soggetti che, a quanto si apprende, avrebbero agito autonomamente in violazione del Codice Etico di Atm ancor prima che in violazione delle norme di legge. Di conseguenza, Atm ha già dato incarico ai propri legali al fine di tutelare l’Azienda in tutte le sedi opportune".
 

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