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Cronaca

"Inclusione sociale e lotta alla recidiva" al San Demetrio, l'assessore De Roberto: "Approvato il domicilio fiscale per i senza fissa dimora"

"Un detenuto si è tolto la vita 4 anni fa, presso la Domus Misericordiae di Brignano, dove stava scontando la sua pena alternativa al carcere - ha ricordato Don Rosario Petrone - Per i detenuti stranieri, in particolare, i documenti rappresentano tutto, eppure ci troviamo dinanzi a muri che non ci consentono di aiutare chi ha bisogno. In particolare, un detenuto che lavorò in carcere si trovò nella condizione di non poter ritirare i soldi guadagnati una volta uscito dalla cella, in quanto privo di documento: non ci si meravigli se, poi, chi non vede via d'uscita, ricorra all'illegalità", ha concluso il cappellano

Notevole partecipazione, venerdì sera, presso il cinema-teatro San Demetrio, in occasione di "Inclusione sociale e lotta alla recidiva", tavola rotonda organizzata dall'Odv "Migranti senza Frontiere", nell'ambito del progetto "La Pena Liberata". A porgere i saluti iniziali, l'Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Sua Eccellenza monsignor Andrea Bellandi che ha lodato e incoraggiato l'operato del delegato dei Cappellani delle Carceri della Campania, nonchè presidente di "Migranti Senza Frontiere", don Rosario Petrone, moderatore dell'incontro. A prendere parte al dibattito, sottolineando la necessità di considerare "persone" e non "numeri" i detenuti, numerose personalità del settore, come l'arcivescovo di Ferrara-Comaccho, presidente della Commissione per le Migrazioni, sua eccellenza Gian Carlo Perego e la direttrice del carcere di Salerno, Rita Romano.vescovo-6

Interessante, in particolare, l'intervento dell'assessore alle Politiche Sociali, Paola De Roberto che, dinanzi ai delicati interrogativi posti da Don Petrone, ha confermato il suo impegno nel sollecitare una maggiore efficienza da parte dell'ufficio Anagrafe circa il rilascio dei documenti utili ai detenuti o agli stranieri. "Un detenuto si è tolto la vita 4 anni fa, presso la Domus Misericordiae di Brignano, dove stava scontando la sua pena alternativa al carcere - ha ricordato Don Rosario Petrone - Per i detenuti stranieri, in particolare, i documenti rappresentano tutto, eppure ci troviamo dinanzi a muri che non ci consentono di aiutare chi ha bisogno. In particolare, un detenuto che lavorò in carcere si trovò nella condizione di non poter ritirare i soldi guadagnati una volta uscito dalla cella, in quanto privo di documento: non ci si meravigli se, poi, chi non vede via d'uscita, ricorra all'illegalità", ha concluso il cappellano del carcere di Salerno. Intanto, dai dati raccolti dalla Domus Misericordiae, di particolare rilievo quello relativo al reinserimento sociale dei detenuti ospiti, pari al 53%: da qui, è emersa anche la necessità di incentivare progetti per offrire seconde possibilità lavorative a chi ha scontato la pena. "Abbiamo una emergenza informativa che nasce dall'incapacità di fare rete: lo Stato, le Regioni, le Politiche Sociali devono sedersi insieme ad un tavolo per accompagnare le persone e poter superare gli ostacoli. Occorrono progetti personalizzati", ha osservato l'assessore De Roberto. Riflettori puntati, quindi, anche sul problema della residenza per i senza fissa dimora che impedisce a questi ultimi di usufruire di servizi importanti: "Abbiamo approvato con una delibera un domicilio fiscale per i senza fissa dimora-  ha annunciato l'assessore - E stiamo studiando delle linee guida da applicare: l'impegno da parte mia è massimo, occorre fare rete e ripristinare la fiducia dei cittadini", ha concluso.

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