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Cronaca Tramonti

Abusi su minore di 10 anni, i giudici sulla condanna ai genitori: "Degrado e incuria familiare"

Le motivazioni del tribunale costate tre condanne al padre e al fratellastro di una bambina di 10 anni, che sarebbe stata oggetto di abusi continui da parte dei due. Condannata anche la madre, per non aver impedito quelle violenze

«Persone cattive, che facevano le cose e altre guardavano»: così la ragazzina di 10 anni aveva raccontato dei presunti abusi del padre e del fratellastro, consumati in un’abitazione di Tramonti. Lo aveva fatto nel corso di un incidente probatorio, riportato per ampi stralci nelle motivazioni di condanna di tre persone decisa dal tribunale di Salerno. I giudici avevano condannato il padre a quattordici anni di reclusione, la madre a dieci anni per non aver impedito le violenze e il fratellastro della vittima a sette anni, con la contestuale assoluzione per la moglie dell’uomo.

Le motivazioni della condanna

«Lei guardava cosa mi faceva lui», riferì la minore al gip e ai consulenti, riferendosi alla madre. L'esito dell'audizione, spiegò il consulente, individuava «attitudine a testimoniare sotto il profilo intellettivo ed affettivo, con credibilità clinica, maturità che non inficia la capacità di comprensione. Il basso livello intellettivo, presumibile esito di incuria, maltrattamenti fisici psicologici ed emozionali, non ha alterato la sua capacità di comprensione». Secondo la testimonianza fornita invece dalla baby-sitter, il padre toccava la figlia mentre dormiva. La piccola mostrava inoltre dei bruciori ed ematomi sul braccio e guancia, per via delle botte inferte. La madre della piccola, ancora, confidava alla stessa baby-sitter di svolgere prestazioni a pagamento con altri uomini e di avere un amante, «perché il marito non forniva abbastanza soldi per andare avanti». La casa era frequentata da altri uomini, che restavano anche a dormire, qualcuno portava la spesa. Il tribunale ha parlato di un contesto "di degrado e di corruzione sessuale" nel quale la vittima avrebbe vissuto per anni. "Cresciuta e abbandonata a sé stessa e lasciata alle cure di estranei di passaggi, del tutto inadeguati rispetto al compito di provvedere alla supervisione e alla cura delle minori, della promiscuità dei comportamenti sessuali dei genitori, dediti a coltivare relazioni extraconiugali, pagando o ricevendo denaro, con la madre che spesso la portava con sé lasciandola assistere mentre aveva rapporti sessuali con altri, salvo aggredirla poi e darle della bugiarda quando riscontrava che aveva riferito qualcosa di quanto aveva visto, del tutto indifferente per gli abusi paterni e per i bruciori». 

Le abitudini in casa

La bambina aveva paura di fare la doccia a casa sua, oltre che dei genitori, con i quali non voleva restare: a confermarlo anche la sorella della vittima, che riferì il dramma di quella vita con la famiglia, dove il padre "violento" è stato ritenuto autore degli abusi e responsabile di pregresse violenze contro la sorellina più grande, introducendosi nel letto di notte, toccandola fino ad avere rapporti completi, oltre ad usare i figli avuti con un'altra donna come corrieri per lo spaccio di droga. I figli, tutti, erano sottoposti a dure punizioni, chiusi al buio, picchiati, offesi e ridotti al rango di vittime. L'inchiesta partì nel 2016, dopo un controllo dei carabinieri presso quel domicilio a Tramonti. I fatti al centro del processo di primo grado si riferiscono ad un periodo di tempo protratto lungo diversi episodi, ricostruendo una lunga vicenda di violenza commessa in diversi episodi: le bambine di famiglia giravano per casa sempre nude, nell’incuria più totale, come confermato da testimoni oltre che dagli inquirenti a seguito dei primi sopralluoghi. Per le difese, invece, la minore non sarebbe attendibile e sono pronti, ora, a ricorrere in Appello. 

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