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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Vallo della Lucania

Truffa su depuratore mai realizzato nel Cilento: sequestrati 3,5 milioni di euro

Secondo quanto emerso dalle indagini, le somme del finanziamento regionale destinate alla realizzazione del depuratore erano state liquidate alle imprese e ai tecnici nonostante l'impianto, come accertato nell'ispezione sul sito, non fosse mai entrato in funzione in quanto carente dei necessari collegamenti con la rete fognaria esistente

Una truffa ai danni della Regione Campania, in relazione ai fondi Por Fesr 2007-2013 concessi per la realizzazione di un'opera pubblica, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Salerno che ha eseguito un sequestro per un valore di 3,5 milioni di euro nei confronti di 3 società e 7 persone fisiche. 

L’inchiesta 

Le indagini, eseguite dalla Compagnia di Vallo della Lucania e coordinate dalla Procura vallese, hanno riguardato le spese sostenute da un Comune cilentano - sarebbe quello di Perito -  per i lavori di "ristrutturazione, adeguamento e completamento della rete idrica e fognaria e la realizzazione di un impianto di depurazione", oltre a lavori complementari e alla realizzazione di un impianto di videosorveglianza. Secondo quanto emerso dalle indagini, le somme del finanziamento regionale destinate alla realizzazione del depuratore erano state liquidate alle imprese e ai tecnici nonostante l'impianto, come accertato nell'ispezione sul sito, non fosse mai entrato in funzione in quanto carente dei necessari collegamenti con la rete fognaria esistente. E' risultato che l'appalto per i lavori della videosorveglianza erano stati affidati alla stessa ditta esecutrice dei lavori per l'impianto di depurazione senza che fosse stata indetta alcuna gara pubblica, nonostante l'importo stanziato dalla Regione fosse di oltre 400mila euro, somma superiore alla soglia dei 40mila euro prevista dalla normativa di settore per un affido diretto. Il gip del Tribunale di Vallo della Lucania, per garantire il recupero di quanto percepito indebitamente, ha emesso un decreto di sequestro preventivo del profitto del reato, eseguito sui conti correnti delle tre società coinvolte e dei loro rappresentanti legali, del Rup, del progettista e del collaudatore dell'opera pubblica, per un importo complessivo di quasi 3,5 milioni di euro. 

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