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Cronaca

"Noi, angeli delle corsie dimenticati": gli autotrasportatori chiedono priorità nei vaccini

La lettera-denuncia degli autotrasportatori: “Dopo gli elogi del lockdown, ci hanno abbandonati”

Già lo scorso anno, quando l’Italia entro nel tunnel della pandemia con il lockdown, alcune categorie professionali continuarono a lavorare per garantire i servizi essenziali: tra questi anche gli autotrasportatori. La loro attività garantì il trasporto di medicinali, prodotti alimentari e altri beni di prima necessità. Li chiamarono “gli angeli delle corsie”. Insieme ai sanitari furono considerati gli eroi di un’Italia che, nonostante il virus, non facevano mancare approvvigionamenti ai cittadini. Ricevettero ringraziamenti pubblici non solo dalle più importanti cariche istituzionali con l’allora premier Giuseppe Conte, ma anche da papa Francesco. 

Ma oggi gli autotrasportatori si dicono amareggiati, dimenticati in quanto aspettavano di essere inseriti tra le categorie da vaccinare contro il Covid nella fase iniziale della campagna vaccinale.  A manifestare questo malessere è stato Pietro Marsico, general manager del Gruppo Zuottolo di San Valentino Torio, zona dove c’è una tra le più alte concentrazioni di aziende di autotrasporto d’Italia. Marsico ha inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier Mario Draghi, ai ministri della Salute e dei Trasporti, Roberto Speranza ed Enrico Giovannini. Identica lettera è stata trasmessa al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e al presidente della Provincia di Salerno, Michele Strianese. 

La lettera


Siamo stati fieri e orgogliosi di essere indispensabili per l’economia del nostro Paese. E, nonostante la paura del contagio, abbiamo continuato a trasportare merci, soprattutto medicine, dispositivi di protezione e cibo su tutto il territorio nazionale. Ma oggi siamo amareggiati. Ora che tutti hanno ricevuto il riconoscimento formale al loro impegno con la vaccinazione preventiva, noi siamo diventati invisibili. Agli “angeli” sono improvvisamente cadute le ali e si sono ritrovati, dimenticati, di nuovo a macinare chilometri senza alcuna protezione su un territorio in cui il Covid 19, ancora più aggressivo, imperversa con le sue varianti.

Signor Presidente   abbiamo bisogno anche noi di lavorare in sicurezza, di essere anche noi vaccinati perché categoria a rischio. Noi giriamo in lungo e in largo la penisola, incontriamo persone in varie zone e non possiamo essere esposti così imprudentemente al contagio. Signor Presidente. si faccia promotore di misure di aiuto anche per la nostra categoria e sensibilizzi Lei il comitato scientifico.
 

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