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Cronaca

San Matteo 2014, il Vescovo Moretti rompe il silenzio: "Nulla sarà come prima"

L'arcivescovo ha sottolineato come gli stessi portatori di stanga vivano in contesti dove ci sono pressioni ed interferenze di tutti i tipi: "E anche nel caso di Salerno posso dire che reali interferenze ci sono state"

Dopo le reazioni e i commenti che hanno spaccato la città,  monsignor Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno- Campagna Acerno, rompe il silenzio sulla processione della vergogna del 21 settembre. Su Radio Vaticana, Moretti ha detto: “Questa esperienza amara per la città, per la Chiesa, diventerà uno spartitraffico: nulla sarà come prima. C’è stata una offesa alla sacralità della celebrazione: non importa che abbiano offeso ed insultato il vescovo, ma quello che più dispiace è che abbiano profanato. Da un anno abbiamo cercato di far comprendere a tutti il documento della Conferenza Episcopale della Campania sulla evangelizzazione della pietà popolare che stabilisce regole precise sulle processioni, eppure ci sono stati questi gesti fuori misura. Rimane l’amarezza di sentirmi tradito da quanti hanno solennemente preso degli impegni e invece si sono comportati in questo modo”, ha osservato.

“Sulla pietà popolare  purtroppo si innestano altri interessi, molto spesso il Santo viene usato per altri scopi. - ha aggiunto - Occorre arrivare sempre di più a distinguere la celebrazione religiosa dalla manifestazione popolare”. L'arcivescovo infine ha sottolineato come gli stessi portatori di stanga vivano in contesti dove ci sono pressioni ed interferenze di tutti i tipi: "E anche nel caso di Salerno posso dire che reali interferenze ci sono state”.

I Vescovi della Campania, in una nota, intanto, hanno espresso amarezza e solidarietà all'Arcivescovo di Salerno: "Una vera e propria ferita inferta ad una Chiesa che venera intensamente i suoi Santi. La processione è testimonianza di fede: vede tutte le componenti ecclesiali impegnate, insieme, in «un cammino che aiuti tutti a vivere la bellezza dell’essere cristiani e a fare della venerazione dei Santi una concreta occasione di crescita», personale e comunitaria. L’amarezza per una Chiesa ferita nella sua  autenticità, mentre promuove una coerente valorizzazione della pietà popolare la quale «difficilmente  può armonizzarsi, confondersi o scendere a compromessi con prassi che derivano da forme di sincretismo magico-religioso e di ritualismo prive di spessore ecclesiale e spirituale».  Quanto è accaduto, ben oltre l’amarezza, esige rinnovato vigore nel cammino di evangelizzazione, teso a  promuovere e valorizzare autenticamente la pietà popolare".

"È necessario, ai vari livelli di responsabilità - si legge nella nota -  ecclesiale e sociale, incentivare un cammino di approfondimento per ridurre le zone d’ombra che tradiscono la qualità autentica della pietà popolare, per evitare che alcune «feste popolari nella nostra  regione abbiano solo la parvenza del sacro»; siano «svuotate del loro contenuto Cristiano» e, di fatto, «non  rendono credibile la fede agli occhi dei lontani. Che le feste religiose siano autentiche  celebrazioni di fede incentrate nel mistero di Cristo e siano purificate da infiltrazioni profane".  Tali indicazioni, che l’Arcivescovo di Salerno ha fatto proprie, devono essere accolte dai fedeli evitando  atteggiamenti supponenti e pretestuosi, che di fatto snaturano e offendono la natura stessa della fede  popolare.  I Vescovi della Campania auspicano che le manifestazioni del culto popolare siano sempre più espressioni autentiche e comunitarie di vera fede e testimonianza dei genuini sentimenti religiosi della comunità, hanno concluso i Vescovi.

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