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Cronaca

"Viaggio da qui a oltre": Pietro Marini recensisce il libro di Mario De Crescenzo

Marini: "Va messo in risalto che la poesia di De Crescenzo, non è solo un fatto estetico, ma soprattutto una ricerca di senso: un interrogarsi sull'uomo, sull'esistenza, sulla libertà, che è anche un bene da difendere sempre contro ogni forza eversiva"

Il professore Pietro Marini ha recensito Viaggio da qui a oltre, il libro di Mario De Crescenzo edito da Kimerik. Pubblichiamo un estratto della recensione della raccolta di poesie e racconti:

L'esperienza poetica di De Crescenzo, nato a Salerno, già docente di materie letterarie e latino nel liceo di Igliesias, coinvolge ed entusiasma, proprio perchè il poeta, profondando nel nostro animo, evidenzia un mondo di sentimenti e di idee. Infatti, il lettore, nei vari versi, si identifica con l'io del poeta, che sa destare in lui ricordi di esperienze trascorse, tramite illuminazioni. Così, ogni lirica sveglia la partecipazione emotiva con parole, suoni e loro accostamenti; il significato è colto ed interiorizzato proprio grazie al significante. Il poeta crea un linguaggio polisemico, ricco di sfumature, di enjambements, di ipallagi, di allitterazioni, di ossimori...con forti immagini e suoni profondi.[...]Molte sono le immagini della natura: Maestrale, Una sera con te, Schiarita, Giardino fiorito. Sempre il tutto è strettamente correlato con l'animo del poeta che, con l'intensità degli attributi e di sostantivi specifici, avvertendo il senso di precarietà, rappresenta la sconvolgente furia della passione, trascinato da una forza, alla quale non può resistere, essendo scosso nel profondo da sentimenti forti ed intensi.[...] Sono inni all'amore in ogni sua manifestazione: A Elena, Simona, Una sera con te. Il percorso poetico, nell'alternanza di propositi e di cedimenti al rimpianto ed alla nostalgia del passato, è una magistrale rappresentazione degli stati d'animo lacerati, che il poeta sente e patisce.[...] Il poeta, infine, in Eva, che chiude questa prima parte di trentotto liriche, con echi classici ed eterni, in versi incisivi, dal linguaggio specifico, evidenza una dimensione di intima comunione, dove è anche dolce morire. A tale prima parte seguono quattro traduzioni [...] dove il poeta mostra originialità, un proprio stile, specifici accostamenti. Anche nella parte: Quattro acrostici offre tematiche pregnanti ed universali, mettendo sempre in risalto l'animo umano. Questi è, così, cantore dell'amore, strettamente connesso con quello del tempo, della vita, intesa come luce, libertà, autonomia, consapevolezza dell'esistenza in perenne fieri. Anche i tre sonetti burleschi [...] esprimono, con un'analisi spietata ma quanto mai vera, la realtà contemporanea. [...] I versi, dunque, esprimono sia l'amore per la vera democrazia e la consapevolezza che essa va difesa, sia l'amarezza e la delusione nel constatare come essa sia tradita, ridotta ad inerzia, menzogna, consumismo, sottocultura. Così, sia nei cinque epigrammi minimi, sia negli altri testi poetici [...] la parola assume il ruolo di rottura e dà ai versi dignità nuova con un recupero del linguaggio colto, mirabilmente fuso con quello quotidiano. Va messo in risalto che la poesia di Mario De Crescenzo, non è solo un fatto estetico, ma soprattutto una ricerca di senso: un interrogarsi sull'uomo, sull'esistenza, sulla libertà, che è anche un bene da difendere sempre contro ogni forza eversiva. Anche i quattro racconti [...] con cui termina l'intero libro, mettono in risalto le esperienze vissute in modo profondo. Le sue sono esperienze totalizzanti che coinvolgono anima e corpo, ragione e sentimento.[...] Così il poeta dà voce al suo personale iter esistenziale, rendendolo, però, universale. Allora, il mondo della desolazione e dello squallore, dell'ombra e del caos, della malattia dell'animo, della passione amorosa, analizzata in ogni sua sfumatura che le circostanze storiche e culturali contemporanee sembrano acuire, è ben reso nei versi del poeta Mario De Crescenzo.

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