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Cronaca Teggiano

Acqua bollente, sevizie e calci per la figlia: nei guai una 46enne di Baronissi e il compagno

L’accusa è quella di aver costretto V.B., 23enne di Teggiano e figlia della 46enne di Baronissi, quest’ultima compagna del napoletano all’epoca dei fatti, a subire violenze fisiche e morali dal 2012 al 2015

Inizierà domani, 25 gennaio, il dibattimento che fa seguito al rinvio a giudizio dello scorso mese di giugno per S.B., 45enne napoletano, e G.G., 46enne di Baronissi, accusati, a vario titolo, dei reati di maltrattamenti contro familiari o conviventi, con l’aggravante di aver agito per motivi abietti o futili, ricorrendo a sevizie e agendo con crudeltà. Ancora, macchiandosi di omissione di soccorso, di sequestro di persona e di lesioni personali gravi.

L'orrore tra le mura di casa

L’accusa è quella di aver costretto V.B., 23enne di Teggiano e figlia della 46enne di Baronissi, quest’ultima compagna del napoletano all’epoca dei fatti, a subire violenze fisiche e morali dal 2012 al 2015. Come ricorda Ondanews, la giovane in quegli anni viveva con la madre e il compagno di lei tra Pozzuoli e Maratea, luoghi dell'orrore, tra calci, pugni e altre violenze che le hanno fatto perdere la vista all’occhio sinistro, oltre a parte dell’olfatto. La vittima ha subito ustioni sul corpo causate da volontari getti d’acqua bollente e la segregazione, fino alla liberazione, nel 2016, quando l'uomo, arrestato per altri reati, si rese latitante in compagnia della compagna, lasciando la ragazza sola che in quel momento trovò il coraggio di allertare i carabinieri, ritornando dal padre. Richiesta la costituzione di parte civile per il padre e per il fratello della giovane vittima.

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