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Cronaca

Dalla Silistria alla Yasmina: ecco gli arenamenti più famosi sulla costa salernitana

Quando nel febbraio 2003 la Yasmina si arenò sulle nostre coste, nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe diventata la nuova attrazione dello skyline salernitano, eppure quello della Yasmina non fu il primo caso di arenamento a Salerno

Era precisamente il 4 febbraio 2003 quando all’improvviso sull’orizzonte di Salerno si stagliò una nave sconosciuta che, a causa della forte marea di quei giorni, non riuscì a scampare a un arenamento assicurato. La Yasmina Kingstown di proprietà dell’Armatore Quay Success Ltd delle Isole Vergini Britanniche e battente bandiera dello stato di Saint Vincent-Grenadines, si ‘accasciò’, quasi senza più forze, sul litorale salernitano e vi rimase fino al 15 settembre. Venti gli uomini che ne formavano l’equipaggio e che, in attesa di entrare nel porto di Salerno, si ritrovarono a fronteggiare condizioni meteorologiche avverse e tali da trascinare la nave sul bagnasciuga della spiaggia di Torrione. La nave dovette affrontare una mareggiata di una forza così violenta che la proiettò direttamente sul litorale: il suo carico consisteva in ben 34 tonnellate di nafta, 17 mila litri di olio combustibile e ben 160 tonnellate di nafta solida, per questo il suo arenamento non a torto fece scattare la campanella d’allarme, dato che poteva dar luogo a un disastro ambientale di proporzioni elevate.

I primi tentativi di recupero, purtroppo, non risolsero niente e per questo si fece ricorso a due rimorchiatori del Porto di Napoli, Mastino e Punta Campanella, che intrapresero le operazioni con l'aiuto di una draga e di due pescherecci, cui era stato assegnato il compito di rimuovere la sabbia che si era depositata ai lati dello scafo della nave. Nemmeno questo intervento servì: le operazioni successive di recupero della Yasmina, avvenute grazie al rimorchiatore Olanda e alla draga Salamander, durarono complessivamente 169 giorni, durante i quali la nave divenne una vera e propria attrazione non solo per i salernitani. Destino volle, poi, che la Yasmina si fosse arenata proprio a pochi metri di distanza dalla chiesa di San Francesco di Paola, ben nota ai salernitani per la sua particolare conformazione architettonica che le vale il soprannome “la Nave”. Se la Yasmina divenne una sorta di attrazione per grandi e piccoli, nonostante il pericolo costante per gli abitanti di Torrione interessati dalle oscillazioni che i motori della nave provocavano, lo stesso non si può dire delle altre navi che in passato si sono arenate, se non proprio affondate, nel porto salernitano. Il 25 febbraio 1879, sempre a causa di una mareggiata che ruppe loro gli ormeggi, la nave inglese Silistria e la norvegese Ruth affondarono nel porto di Salerno nel giro di poche ore, e il numero di vittime in questo caso non fu mai accertato, lo stesso accadde alla motonave italiana Stabia il 4 gennaio 1979, che a causa del mare forza 8 perse i suoi dodici uomini.
 

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