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Agricoltura, per un campano su tre è una buona opportunità di lavoro

È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura. Un dato importante in una congiuntura complessa per l’Italia e per l’agroalimentare a causa degli effetti della pandemia di Covid-19

Un abitante della Campania su tre (33%) vede nell'agricoltura un interessante ambito di lavoro, un settore ampio e diversificato in cui svilupparecompetenze e crescere professionalmente. È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura. Un dato importante in una congiuntura complessa per l’Italia e per l’agroalimentare a causa degli effetti della pandemia di Covid-19.

La ricerca

In particolare, l’agricoltura può essere un buono sbocco lavorativo per i giovani (38%), capace di dare soddisfazioni e di trasformare una passione in una professione. Le nuove generazioni, dicono i campani, possono trovarvi una realtà formativa e altamente stimolante (19%), per quanto piuttosto faticosa (14%). Lavorare in agricoltura ha molti aspetti positivi: tra i principali, quasi uno su due (42%) sottolinea il senso di realizzazione che deriva dal veder concretizzarsi davvero gli sforzi compiuti col proprio lavoro e per un ulteriore 41% offre l’opportunità di riavvicinarsi alle tradizioni e al territorio.

Il settore

Ma cosa rappresenta l’agricoltura agli occhi degli abitanti della Campania? Un terzo degli intervistati (35%) la associa alla parola tradizione, e quindi al legame con i valori e le specificità del territorio, e un ulteriore 20% la connette all’idea di salute e sana alimentazione. Per un campano su cinque, invece, il primo pensiero è quello della fatica connessa al lavoro nei campi (20%), e per una quota analoga agricoltura vuol dire soprattutto Made in Italy e le sue eccellenze.La pandemia ha avuto indubbie ripercussioni sul settore, che ad esempio – stima il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) nel suo ultimo bollettino CreaAgritrend  - ha visto in Italia una riduzione del 12,8% del PIL agricolo nel secondo trimestre 2020 rispetto ai tre mesi precedenti.  Ma, insieme a ciò, l’agricoltura si trova ad affrontare anche altre tematiche ormai entrate nel percepito dei campani: in primis quella del cambiamento climatico e dell’inquinamento (45%). Un intervistato su quattro (29%) cita anche i limiti spesso posti da normative vincolanti e un ulteriore 6% individua tra i fattori contrari la diffusione sempre maggiore di mode che promuovono prodotti alimentari esotici.

L’agroalimentare è comparto assolutamente centrale per l’Italia che ha dovuto, e deve tuttora, confrontarsi con gli effetti della pandemia di Covid-19. L’auspicio è che il settore nel suo insieme e il Paese riescano a superare questa nuova fase di difficoltà e intraprendere appieno il cammino della ripresa – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo.

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