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Riaprono le aziende, ma la Cisl lancia l'allarme: "Duemila lavoratori in cassa integrazione"

Fatta eccezione del comparto agro alimentare e delle aziende metalmeccaniche ad esso collegato, ancora molte sono le aziende che soffrono della crisi economica. La denuncia del segretario Matteo Buono

Riaprono le fabbriche ma non per tutti. Già da alcuni giorni sono rientrati dalle ferie estive molti lavoratori, mentre altri dovranno aspettare la scadenza della cassa integrazione o qualche nuova opportunità di lavoro, essendo nelle liste di mobilità. L’ultimo dato di fonte Inps riferito al mese di luglio offre un quadro ancora molto preoccupante, con quasi due milioni e trecentomila ore di cig utilizzate nei primi sette mesi di quest’anno, di cui settecentomila di cig ordinaria, oltre un milione e mezzo di straordinaria e trentacinquemila di cig in deroga. In provincia di Salerno è tutt’altro che roseo. “I cancelli si sono riaperti tra vecchi timori e  nuove speranze – fa sapere il segretario generale della Cisl di Salerno Matteo Buono -  Il dato dei lavoratori in cassa integrazione è quello che più ci preoccupa, in quanto, dalle nostre stime, il numero è ancora molto elevato, sarebbero oltre duemila. Finché ci sono gli ammortizzatori sociali si tampona ma la normativa è totalmente cambiata ed è molto più restrittiva. E’ indispensabile che entro la scadenza degli ammortizzatori sociali si realizzino quelle condizioni necessarie per il rientro al lavoro, così come previste nei rispettivi piani industriali.“

Fatta eccezione del comparto agro alimentare e delle aziende metalmeccaniche ad esso collegato, ancora molte sono le aziende che soffrono della crisi economica. Per questo Buono spiega: “Nei prossimi mesi il sindacato sarà chiamato ad affrontare alcune importanti questioni”. Nel comparto edile, dove in questi anni si sono persi migliaia posti di lavoro resta aperta la questione dell’Italcementi, in quanto sono in bilico oltre 40 posti di lavoro e quello delle cave estrattive e dell’indotto. Va trovata una soluzione lavorativa ai 51 ex dipendenti della Telis di Pagani, azienda fallita, che lavorava nel campo dei contatori elettrici ed ai cinquanta lavoratori dichiarati in esubero dalla Johnson Controls di Cicerale, dove 150 lavoratori sono in contratto di solidarietà al 40% delle ore, come va garantito un futuro ai dipendenti del centro commerciale Carrefour di Pontecagnano, dove sarebbero a rischio 71 posti di lavoro.

Tra i lavoratori a rischio Buono inserisce anche quelli delle Fonderie Pisano “anche se la notizia sull’individuazione da parte della proprietà di un’area per la delocalizzazione dell’azienda apre nuovi scenari“. Un tassello importante per far crescere l’economia, e quindi, nuova occupazione è aumentare e migliorare la produttività nelle aziende. “All’inizio dello scorso mese di agosto abbiamo sottoscritto, insieme alla Cgil ed alla Uil, con Confindustria Salerno il protocollo di intesa che intende favorire la contrattazione aziendale per accrescere il potere di acquisto dei lavoratori che possono beneficiare della detassazione fiscale. Sul territorio - ha continuato - sono ancora troppo pochi gli accordi di secondo livello. Per molti lavoratori la contrattazione di secondo livello resta una chimera, in quanto le aziende che vivono momenti economici difficili non sono interessate ad aprire un confronto con il sindacato. In altre, pur avendo la disponibilità economica, eludono il confronto con il sindacato per evitare qualsiasi relazione con i rappresentanti dei lavoratori".

A questa situazione potrebbe fare da contraltare l’assunzione di circa 1000 addetti annunciata dall’imprenditore Lettieri per il centro commerciale Le Cotoniere. “Speriamo - conclude Buono -  che da questa iniziativa possa trovare risposta occupazionale quell’ampia platea di giovani disoccupati che affollano i centri per l’impiego salernitani e che sia stabile e duratura, eliminando forme di precarietà del lavoro che, spesso, derivano da contratti a termine”.

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