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Economia Santa Marina

Fase 2 del Coronavirus, l'allarme dei sindaci: "I piccoli comuni sono a rischio"

I primi cittadini di Roscigno e Santa Marina lanciano l'allarme rispetto alle nuove disposizione decise dalla Regione Campania per la riapertura delle attività commerciali

C’è grande preoccupazione nei piccoli comuni della zona sud della provincia di Salerno (ma non solo) per le restrizioni decise dalla Regione Campania in vista della fase 2 dell’epidemia. A rischia, infatti, è la riapertura delle attività commerciali nei paesi.

Nel Golfo di Policastro

Il sindaco di Santa Marina Giovanni Fortunato ha scritto al premier Conte e al governatore De Luca, per valutare l’opportunità di dare maggiore autonomia ai sindaci in base agli aspetti peculiari del territorio, per la riapertura di bar, pasticcerie, servizi di ristorazione ed anche barbieri, parrucchieri ed estetiste. “In un momento storico che mai abbiamo affrontato prima d’ora, in cui ci apprestiamo a vivere una fase 2 di convivenza con l’emergenza covid-19, è giusto e indispensabile programmare una ripartenza graduale, che andrebbe però pensata valutando i singoli aspetti e i singoli casi. Nei piccoli paesi, di cui è costellata la nostro Patria, non è possibile concepire la riapertura dei bar e delle pasticcerie permettendo solo la consegna a domicilio e il servizio da asporto, ben diversa cosa è la situazione delle città, dove ci sono uffici e attività lavorative in ripresa, li sì ha un senso consentire la riapertura seguendo questi criteri. Nelle nostre piccole realtà però nessun bar, nessuna pasticceria e nessun esercizio di ristorazione potrà riaprire a queste condizioni. Penso anche ad altre categorie, barbieri, parrucchieri ed estetiste che dovranno attendere il primo di giugno per riavviare le loro attività da troppo tempo serrate. Sarebbe opportuno per la fase 2 consentire maggiore autonomia ai sindaci, che hanno dimostrato in questo particolare momento storico, di saper gestire in maniera esemplare la situazione emergenziale. Un piccolo comune, dove il distanziamento sociale esiste naturalmente ed è normalità giornaliera, non può essere gestito né trattato come una città. Soprattutto - continua Fortunato - tenendo conto che nel mio comune, come nella maggior parte dei comuni del Cilento e nella stragrande maggioranza dei comuni del Sud, non ci sono stati e non ci sono casi di coronavirus. Si potrebbe pensare alla riapertura dei bar, delle pasticcerie, degli esercizi di ristorazione, barbieri, parrucchieri ed estetiste, già dal 4 maggio, naturalmente sempre nell'ottica del distanziamento e nel rispetto delle normative di sicurezza delineate dal Governo e dalla Regione. Anche in base alla singola attività commerciali, tenendo conto delle dimensioni del locale, sia all'interno che degli spazi all'aperto, per valutare caso per caso la gestione della ripresa. Il nostro territorio ha bisogno di ripartire, l’economia deve essere riavviata, bisogna dare un segnale positivo alla nostra gente, ai nostri lavoratori, concedere maggiore respiro a quelle attività che in maggior misura hanno subito la chiusura di questi mesi”.

Nel Vallo di Diano

Questa mattina il sindaco di Roscigno Pino Palmieri ha inviato una nota all'Anci per descrivere il dramma che sta vivendo il suo piccolo comune. “Amministro un comune di 690 abitanti e sono presenti tre bar che molto probabilmente non riapriranno più. I piccoli comuni montani che vivono da anni nell'isolamento e nell'abbandono, avranno il colpo di grazia sul quel poco di economia che ancora riusciva a resistere. Abbiamo distanze sociali che vanno oltre il metro ed una situazione emergenziale uguale a 0. Ancora si continuano a calare sui territori, provvedimenti senza tenere conto delle diverse realtà. Dopo la pandemia, tanti sindaci di piccole comunità potranno solo restituire la fascia al Prefetto".

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